Ci sono voluti tre anni prima che i nostri tre bergamaschi preferiti mettessero di nuovo il naso fuori dal loro pollaio di fiducia. Ne sono usciti un po’ straniati, decisamente più freak (basta guardare il video di Razzi Arpia Inferno e Fiamme per farsene un’idea) e sicuramente decisi e determinati a combinarne una grossa. Un doppio disco, era ciò che avevano in testa, sicuramente un progetto fuori dal comune, tanto che nemmeno la Universal era così convinta e sicura sul da farsi. Ma gli artisti hanno vinto (per una volta) e così Wow è stato dato alle stampe
I Verdena, dopo la brusca sterzata stilistica avvenuta con il precedente Requiem, hanno confezionato per noi (e solo per noi) 27 canzoni per 2 dischi di musica. Un lavoro mastodontico, sia appunto per le dimensioni dell’opera, che per il faticoso lavoro compositivo e di cesellatura che ciascun pezzo ha richiesto. Se molta carne è stata messa al fuoco, a noi non resta che assaggiare.
DISCO 1
Scegli Me (Un Mondo Che Tu Non Vuoi), pezzo in cui alle morbide melodie si contrappongono le ritmiche squadrate della batteria, apre le danze facendoci sognare, cullandoci con la sua dolcezza e la sua atmosfera un poco onirica. Loniterp (che si chiama così perché a detta dei Verdena suona un po’ come le canzoni degli Interpol) sfreccia dritta e tesa mentre la voce cupa tesse trame in sottofondo, fino a prendere il sopravvento nella parte a cappella, sul finire. Per Sbaglio si vena di psichedelia, lasciando che siano gli strumenti a condurre il gioco e crescendo sempre più in un progressivo senso di instabilità. Mi Coltivo è nera come la pece, con il suo basso incatramato, le ritmiche tremendamente rigide ed essenziali, le melodie trasversali e le atmosfere a metà tra Nine Inch Nails e Smashing Pumpkins (versione Adore). Poi arriva il turno di Razzi Arpia Inferno e Fiamme, calma, quieta, delirante e così dannatamente orecchiabile ed ipnotica. Adoratorio è un lungo intermezzo semi-strumentale (la voce è presente, ma non articola parole). Miglioramento, dalla melodia fratturata, in cui tutti i suoni sono compressi, verticali, tesi e incalzanti, lascia spazio alla successiva Il Nulla Di O, molto quieta e pacata, come un piccolo angolo di pace, acustica e quasi mistica, impregnata di Lucio Battisti. Lui Gareggia gli si contrappone con forza, assomigliando a un coltello che rigira nella piaga, dal suono rugginoso e dalle nervose e tempestose aggressioni ritmiche. Le Scarpe Volanti crea una sorta di dimensione spaziale a sé stante, lontana diversi anni luce dal nostro, dove non c’è gravità e le stelle si possono toccare con un dito, mentre il pianoforte che all’inizio credevamo fosse l’ossatura del pezzo pian piano lascia spazio al basso. Castelli Per Aria è più pacata e lineare, ma non per questo si astiene dal tuffarsi nell’inquietudine e nelle viscere dell’oscurità mentre, infine, a concludere ci pensa il dittico Sorriso In Spiaggia (Part 1 e 2). La prima è piuttosto legata a vibrazioni positive e solari (pur sempre rimanendo all’interno dei tetri canoni Verdena); la seconda tenta, invece, di progredire ed inquietare con i suoi toni molto più cupi e drammatici.
DISCO 2
I Verdena riaprono le danze con Attonito, con la sua forza tellurica e le sue voci allucinate, ma, non contenti rincarano la dose con la successiva E’ Solo Lunedì, che, drammatica e viscerale, ci trascina
in fondo alla voragine oscura, dove incubi ricorrenti ci perseguitano senza tregua. Tu e Me stempera decisamente i toni, nonostante le ritmiche siano sempre pronte a ingabbiare e a limitare la dolcezza e la calma della melodia. Badea Blues recupera il fu Don Callisto e, mentre i synth e le tastiere, in sottofondo, ricamano intrecci sonori, la direzione del pezzo è lasciata a basso e batteria. Nuova Luce, più distesa e solare (quasi pop), corre ariosa e fresca fino a sprofondare nel malessere allucinato, come una lepre che corre nella trappola. Grattacielo è stupenda, con i suoi inserti ambientali e le sue melodie al profumo di sconfitta e malinconia, mentre A Cappello, un’ottimo esempio delle capacità canore degli Humpa Lumpa precipitati nel mondo di Alice Nel Paese Delle Meraviglie, è un delirante e interessante intermezzo composto da voce e kazoo. Rossella Roll Over marcia come un carrarmato inarrestabile contro il nemico, travolgendo anche la voce nell’impeto della sua forza sonora. La successiva Canzone Ostinata suona calma e pacata recuperando il già citato Battisti, mentre 12,5 Mg, fondata sull’elettronica di Luca, scorre via come acqua di sorgente fresca e delicata. Sul Ciglio è un macigno di soli 54 secondi (o poco più) che spazza via tutto e rade al suolo qualsiasi cosa, peggio che una bomba atomica. Letto Di Mosche si sviluppa calma e tranquilla fino a squagliarsi come un nastro rovinato e La Volta, che parte da lontanissimo per poi crescere ansiosa, urgente, e trasformarsi in una cavalcata semi-industrial sempre più corposa e inarrestabile, lascia spazio alla conclusiva Lei Disse (Un Mondo Del Tutto Differente), decisamente delicata e raffinata, che si raccorda con l’iniziale Scegli Me (Un Mondo Che Tu Non Vuoi), mettendo la parola fine a questo colosso sonoro.
Per dare un giudizio è assolutamente necessario tenere conto del coraggio che i Verdena hanno avuto nel proporre al pubblico un lavoro del genere, sia per la sua grandezza e per la sua complessità, che per gli incerti riscontri commerciali che una mossa del genere può portare (soprattutto tenendo conto in quali acque stia navigando l’universo musicale italiano).
E’ importante sottolineare come i vari pezzi siano tutti ben studiati e curati, è importante notare come tutto sia messo al posto giusto, come siano interessanti gli arrangiamenti, come siano stati ingurgitati e risputati sotto nuova forma Motorpsycho, Grunge, Stoner, Industrial, Psichedelia, Pink Floyd, Beatles, Rolling Stones, Lucio Battisti, Rock’n’Roll, Blues, Radiohead, Muse e chissà quant’altro… E ancora non si può dimenticare degli improvvisi cambi ritmici e melodici, delle svolte e dei ritorni, degli inserti elettronici, dell’effettistica varia, dei suoni ambientali, dei cori a cappella, dell’uso massiccio di synth e tastiere.
E alla fine il giudizio. Il voto è sicuramente positivo, i Verdena possono stare tranquilli (e probabilmente anche la Universal), ma non tutto è rose e fiori. Bisogna tener conto che su 27 canzoni solamente una manciata (o poco più) si possono considerare veramente belle e convincenti, tutto il resto è un’enorme distesa di pezzi che arrivano alla sufficienza, ma che non hanno in toto la qualità che uno si aspetterebbe. Credo che un gruppo come i Verdena debba mettere nei pezzi una grossa forza empatica e comunicativa (come un tempo faceva) e forse dilungarsi meno in raffinati esercizi di stile e di ricerca sonora fine a se stessa. A un pezzo caotico, frammentato, pieno di svolte, cambi e stratificazioni, preferisco un pezzo lineare e semplice, ma decisamente più comunicativo ed espressivo. Sia chiaro, non voglio dire che devono tornare ignoranti e grezzi. Ben venga la cura per la materia sonora, ma che ciò non significhi trascurare l’effetto finale e la potenza comunicativa.
Dunque, l’idea di fare un doppio album si è rivelata buona, ma diciamo che sono ben comprensibili i dubbi che la Universal aveva posto. Inoltre, i Verdena hanno di che stare attenti perchè se questo album riesce ancora ad essere gradevole ed apprezzabile, comunque è evidente che rispetto al passato ci sia stato un calo.
TRACKLIST:
CD1
01 Scegli Me (Un Mondo Che Tu Non Vuoi)
02 Loniterp
03 Per Sbaglio
04 Mi Coltivo
05 Razzi Arpia Inferno E Fiamme
06 Adoratorio
07 Miglioramento
08 Il Nulla Di O
09 Lui Gareggia
10 Le Scarpe Volanti
11 Castelli Per Aria
12 Sorriso In Spiaggia Part 1
13 Sorriso In Spiaggia Part 2
CD2
01 Attonito
02 E’ Solo Lunedì
03 Tu E Me
04 Badea Blues
05 Nuova Luce
06 Grattacielo
07 A Cappello
08 Rossella Roll Over
09 Canzone Ostinata
10 12,5 mg
11 Sul Ciglio
12 Letto Di Mosche
13 La Volta
14 Lei Disse (Un Mondo Del Tutto Differente)