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Recensione : The Queen Is Dead Volume 31 – Fort Romeau Tropicantesimo Session 2

Ci sono giorni nei quali si ascolta un sacco di musica e non si è soddisfatti da nulla di ciò che si ascolta.

The Queen Is Dead Volume 31 - Fort Romeau \ Tropicantesimo Session 2

The Queen Is Dead Volume 31 – Fort Romeau Tropicantesimo Session 2

Ci sono giorni nei quali si ascolta un sacco di musica e non si è soddisfatti da nulla di ciò che si ascolta. L’insoddisfazione plana nei vostri ascolti come un condor che aspetta il cadavere dell’ascoltatore che vaga tra cose note e novità connotate tutte da una profonda insipidezza.

Magari è colpa nostra che in quel dato giorno siamo musicalmente indisposti, o forse perché non abbiamo ancora dato un ascolto a qualcosa di Fort Romeau, produttore inglese che nella vita reale (?) si chiama Michael Greene, e che ha debuttato nel 2012 con Kingdoms e che da quel momento non si è mai fermato, arrivando ad uscire per ottime etichette e coronando il tutto con un Essential Mix per la Bbc nel 2018. A febbraio uscirà il suo nuovo disco per Ghostly International chiamato Beings Of Light, con tracce che sono per davvero esseri di luce. Fort Romeau ha una specialissima predisposizione per fare techno luminosa, chiara e molto originale. La sua musica elettronica è composta con proporzioni ben costruite, una produzione limpida e tante ottime idee.

Beings Of Light è un disco di techno molto moderna, quella techno che continua ad esplorare nuovi orizzonti senza mai lasciare nulla di intentato, dolce ma al tempo stesso consapevole delle sue origini che sono quelle del dancefloor e della pienezza dei bassi. E qui i bassi sono molto presenti senza mai essere invadenti, diventando un elemento essenziale della composizione ma non l’unico, come in una certa techno. Modernità e classicità qui si incontrano molto bene, trovando uno spazio molto ben costruito. Beings Of LIght è il lavoro più ambizioso di Fort Romeau che fin da piccolo è vissuto immerso nella musica grazie ai suoi genitori, e centra perfettamente l’obiettivo, diventando uno dei capisaldi della techno possibile nel 2022. Il disco non è una raccolta ma un racconto organico per suoni, un delicato e vivo racconto per immagini sonore che rimangono nella mente per forza e delicatezza al contempo.

Disco affascinante, stimolante e molto valido, senza pause e con moltissimi elementi da incorniciare.

 

Tropicantesimo è il nome di una serata musicale nata a Roma nell’ambito del circolo Arci Fanfulla, e questo è il secondo ep di tre che precedono il disco di debutto Gitania che uscirà nel 2022. Tropicantesimo Session è il risultato in movimento di ciò che è nato da quella serata, molte esperienze sonore e non solo vissute dal collettivo musicale formato da dj Hugo Sanchez, Lola Kola, Rocco Mago, Gabor e Egeeno che ritroviamo qui. Tropicantesimo Session 2 esce per Pescheria, che è sia etichetta che studio musicale, il lato fonografico dell’esperienza Tropicantesimo.

In questi tre brani troviamo tantissimi elementi, molti ma non tutti di quelli nati durante la serata, che è stata l’inizio per molte altre cose. La prima traccia Perfidia è lo stravolgimento di una canzone jazz ed easy listening degli anni quaranta, lenta, con bassi iperbolici e una dolce litania di perfida dannazione, la canzone è nata durante una sessione dal vivo di Tropicantesimo e si sente un’immediatezza molto vivida, ed è una traccia che fa capire molto bene quali siamo le possibilità e le potenzialità di questo progetto. La seconda traccia Oro Rosso nasce in una maniera inaspettata, ma qui l’inaspettato è la regola ma non ci sono regole per fortuna, ovvero dall’ascolto di un pezzo dell’ottima garage band Gli Offesi.

Oro Rosso è un pezzo duro in maniera diversa da quella alla quale siamo abituati, parla di temi difficili e lo fa in maniera non ovvia e scontata. La traccia è un blues atavico e violento dei sottomessi, sottomessi che reagiscono e fanno male. Il ritmo è ansiogeno, ipnotico e senza speranza, con un cantato di grande originalità, con la bella apparizione di Maria Violenza, eminenza punk che calza a pennello con questa canzone, un trip tribale che finisce male, nel desiderio più spinto ed irrealizzabile.

La terza ed ultima traccia Bolla Napoli è un trip sonoro, una distorsione musicale e temporale della tradizione napoletana e mediterranea. Si parte dalle sonorità classiche partenopee, e da qui il collettivo trasforma tutto in una reinterpretazione calzante e molto potente, debitrice anche della nuova wave napoletana, che come Tropicantesimo nasce e vive in tumulti sonori che prima non esistevano.

Un secondo ep molto vario e con temi forti, musica nuova per le nostre orecchie, per una visione musicale che non è più esperimento ma navigazione in mare aperto a scoprire cose nuove a vivere nuovi orizzonti.

Una delle cose più interessanti che sta accadendo al nostro sottobosco, con l’ottica dell’autoproduzione e dell’onestà musicale e non solo.

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