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Recensione : The Howling Void – Nightfall

Un lavoro che non faticherà a fare breccia tra coloro che apprezzano il versante più atmosferico del funeral doom.

Quarto full-length in poco meno di un lustro per la one-man band statunitense The Howling Void, dedita fin dagli esordi ad un funeral-doom dalle caratteristiche spiccatamente atmosferiche e melodiche.

La prolificità di Ryan, il musicista che sta dietro questo monicker, ci ha consentito di ascoltare cose buone, come l’ottimo esordio “Megaliths Of The Abyss”, ed altre meno convincenti pur se formalmente impeccabili, come i successivi “Shadows Over The Cosmos” e The Womb Beyond The World: nel recensire quest’ultimo, lo scorso anno, non avevo potuto fare a meno di notare come un miglioramento evidente dal punto di vista tecnico-esecutivo fosse stato vanificato da un songwriting piuttosto ripiegato su se stesso e incapace, quindi, di toccare le corde giuste degli ascoltatori. Da questo punto di vista il musicista texano aveva fornito un confortante segnale di ritrovata ispirazione con l’ottimo Ep Runa, uscito nello scorso marzo, e Nightfall, per fortuna, conferma quell’impressione andando ad eguagliare, perlomeno come valore, il disco d’esordio.
Le aperture melodiche, che erano state evidenziate nel quarto d’ora di musica contenuta in “Runa”, si spogliano della componente folk andandosi a legare con quelle sonorità ambient che erano state più croce che delizia in occasione di “The Womb Beyond The World”, e da questo connubio ne scaturisce un funeral dolente, malinconico e quasi integralmente strumentale.
Infatti, l’apporto della voce è limitato a pochi versi quasi sussurrati in quattro dei sei brani, nulla a che vedere con la virulenza di un growl capace di amplificare a dismisura gli accenti tragici delle composizioni: il flusso sonoro è condotto da una chitarra che ricama con appagante lentezza splendide melodie appoggiandosi su un solenne tappeto di tastiere.
Se, quindi, la matrice ambient in tal senso è preponderante, il punto di forza di Ryan in quest’occasione è la sua capacità di non perdere mai di vista lo sviluppo armonico dei brani, evitando così che le composizioni siano soltanto uno sterile susseguirsi di note.
Nightfall è un lavoro ovviamente di non facile assimilazione e rivolto solo a chi è capace di farsi avvolgere da queste sonorità che prediligono umori malinconici, rifuggendo per una volta le asprezze e la drammaticità che caratterizzano in altre occasioni il genere.
Alla lunga, la mancanza di un intervento vocale in grado di aggiungere un pizzico di pathos si fa notare, ma resta il fatto che Ryan riesce a proporre ugualmente un lavoro che non faticherà a fare breccia tra coloro che apprezzano, per esempio, un band come gli Ea.
Del resto, chi sceglie di suonare funeral non lo fa certo per compiacere le masse e, con Nightfall, The Howling Void si ripropone tra i nomi emergenti in grado di costituire una valida alternativa alle band più affermate in quest’ambito stilistico.

1. A Long Day’s Journey into Night
2. In Subterranean Temples
3. God of the Gallows
4. Mist and Moonlight
5. The Chaos Beyond the Stars
6. Voidward

Line-up:
Ryan – all instruments

THE HOWLING VOID – Facebook

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