(Primesound recorods 0104) A volte,me ne rendo conto,rischio di essere tedioso,ed inoltre chi perde il suo prezioso tempo a leggere le mie recensioni avrà sicuramente intuito che le mie preferenze tendono verso il rock’n’roll più selvaggio e incompromissorio.
Sarà proprio questo mio lato “wild” che,di tanto in tanto,richiede un’oasi di pace,un po’ di spine staccate dagli amplificatori,una decina di pezzi riflessivi cantati con il cuore in mano e l’anima in mostra.
Ed ecco che proprio quando questa impellenza si fa più pressante nel sacchetto dei cd spediti alla fanzine c’è questo “Years between us”,quarto album di Stuart Robertson a colmare un vuoto che cominciava a farsi preoccupante.
Il nostro apre le danze in modo quasi ingannatorio con l’apparente spensieratezza di “I have been bad” pezzo che potrebbe far parte del repertorio di Badly Drawn Boy,ma la malinconia è dietro l’angolo e fa la sua comparsa in “The room did not agree” e sopratutto nella suite piano e voce di “Slipping”,una parentesi quasi ariosa è rappresentata da “Years between us”,seguita da quella che,secondo me,è la canzone più bella dell’album “Forever” nella quale affiora in tutta la sua grandezza la raffinatezza dell’autore.
Chiudono l’album il bell’arpeggio che contrappunta il cantato di “Slepping here” ed il crescendo emozionale di “Get me”. La musica di Stuart Robertson è introspettiva ma mai monocorde e sa toccare gli angoli più reconditi delle nostre emozioni, il suo incedere è disilluso ma non per questo deprimente ma anzi,almeno nel mio caso,infonde coraggio se non fiducia.
Bella la copertina,anche l’occhio alla prima impressione vuole la sua parte,questo album è consigliato a tutti coloro i quali godano di una spiccata sensibilità.
Ultima annotazione:un uomo dalla tale profondità non può che provenire dalle brumose lande di Scozia,uno dei paesi che più amo al mondo.
Info e contatti: waww.myspace.com/stuartrobertsonmusic