L’apertura, affidata ad Accuser, è delle più ostiche: si parte con una manciata di note di chitarra elettrica e si arriva (dopo ben 27 minuti di improvvisazione noise priva di pause), a un delirio sonoro di dimensioni immani (chitarra, batteria, basso e organo in schianto totale). Balalt, estremamente più breve e moderata, lascia la parola alle note malate di organo e basso (condite con chitarre sbrodolate), mentre gli undici ubriacanti minuti di Black Aces (prima si sfoga la chitarra, poi l’organo), lasciano spazio all’energica, sudata e folle Suffrage (in dinamica crescente, come la precedente). Taint Of Satan, in conclusione, tentando (riuscendoci) di travalicare ogni possibile confine sonoro (il finale è un’enorme tempesta/muro sonoro impossibile da decifrare o penetrare), mette fine all’opera.
I cinque brani (tutti rigorosamente improvvisati in studio), tolto che il minutaggio complessivo del disco è sicuramente eccessivo, sono un pugno nello stomaco violentissimo che non accetta mezze misure: attireranno a sé tutti gli amanti delle sperimentazioni più estreme, allontaneranno con forza tutti quelli che preferiscono sonorità più composte, regolari e addomesticabili. Un album monolitico.
Tracklist:
01. Accuser
02. Balalt
03. Black Aces
04. Suffrage
05. Taint Of Satan
Line-up:
Jamie Saft
Trevor Dunn
Joe Morris
Balazs Pandi