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Recensione : Shrike – Sieben

I berlinesi Shrike propongono una mezz'ora di black neppure troppo convenzionale e costellato qua e là di qualche buona intuizione, ma la sensazione che resta alla fine dell'ascolto è quella di un progetto compositivo un po' sconclusionato.

Shrike – Sieben

Per la sempre valida legge di Murphy o effetto boomerang, chiamatelo come volete, solo pochi giorni dopo aver lodato la scena black tedesca parlando degli Hangatyr, ecco il classico disco che arriva puntualmente a smentirmi, almeno in parte.

I berlinesi Shrike, al terzo full-length nonostante l’ingannevole titolo Sieben, propongono una mezz’ora di black neppure troppo convenzionale e costellato qua e là di qualche buona intuizione, ma la sensazione che resta alla fine dell’ascolto è quella di un progetto compositivo un po’ sconclusionato.
In Sieben, infatti, troviamo sia un ordinario black’n‘roll (Kreise, Shrike) sia sconfinamenti in territori doom e gotici senz’altro più efficaci e nel contempo originali (Die Farben der Sehnsucht), ma il tutto avviene in maniera farraginosa e le sonorità quasi da demo fanno sembrare il lavoro più un abbozzo che non un’opera finita.
Detto che, alla fine, i brani più vicini alla tradizionale scuola black teutonica sono inevitabilmente i migliori (Kadaver, Grimassen) non escludo che gli Shrike possano ricevere in eguale misura nette stroncature per il comparto produzione/tecnica esecutiva, alquanto naif, od elogi sperticati per il tentativo di non fossilizzarsi sui consueti schemi compositivi.
In realtà i dischi davvero brutti sono ben altra cosa e Sieben strappa almeno la sufficienza grazie al pregio di non essere pretenziosamente lungo e neppure particolarmente noioso, ma è anche vero che riesce difficile trovare buoni motivi per renderlo un ascolto abituale.

Tracklist:
1. Kreise
2. Kadaver
3. Shrike
4. Die Farben der Sehnsucht
5. Grimassen

Line-up:
Moe – Drums, Percussion, Vocals
Jul – Guitars
Uwe – Vocals
Xaver – Guitars
Fabi – Bass

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