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Recensione : Psalm Zero – The Drain

Il sound pesante e cupo, pur presentando spesso spunti convincenti, devia sistematicamente su sonorità ostiche da metabolizzare, rendendo l'ascolto più difficile del dovuto

Psalm Zero – The Drain

Charlie Looker e Andrew Hock, messe insieme le loro forze per dare vita al progetto Psalm Zero, debuttano, dopo il 7” di Novembre 2013 (“Force My Hand”), con i sette brani di The Drain. L’album, proseguendo sul percorso definito dal precedente lavoro, si muove su sonorità metal/industrial/progressive.

Il caldo e soffocante procedere di The Drain, tra voce cupa, chitarre coinvolgenti e batteria incisiva, apre al teso e nervoso progredire della complessa e cangiante Force My Hand.
Chaos Body, concentrata sulla componente ritmica e sull’utilizzo della voce gridata, si fa urgente e incombente, mentre In The Dead, tra dark wave e ruvido sapore di ruggine, lascia spazio alla sacra leggerezza (fatta di synth) di Drain Postlude e all’evolvere (a tratti spigoloso) di Undoing.
Meanwhile, infine, tra tempi lenti, tensione imbrigliata in poche note, necessarie aperture e crescendo, chiude il disco con i suoi quasi nove minuti di durata.

I sette brani di questo The Drain, interessanti ma non entusiasmanti, scorrono uno dopo l’altro cercando (con risultati abbastanza deludenti) di catturare l’attenzione.
Il sound pesante e cupo, infatti, pur presentando spesso spunti convincenti, devia sistematicamente su sonorità ostiche da metabolizzare, rendendo l’ascolto più difficile del dovuto.
I due musicisti propongono un qualcosa che potrebbe rivelarsi intrigante e convincente, ma per ora devono mettere a fuoco ancora un po’ di cose.

Tracklist:
01. The Drain
02. Force My Hand
03. Chaos Body
04. In The Dead
05. Drain Postlude
06. Undoing
07. Meanwhile

Line-up:
Charlie Looker
Andrew Hock

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