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Recensione : Pergale – Antropologija

Vilnius è una potenziale Berlino, per gruppi che si creano e brevettano in una potenziale officina.

Pergale – Antropologija

Aria di primavera, quella fatta di piogge in previsione di cambio clima. Aria fresca e nuove sonorità che cambiano le pastorizie dell’anno passato.

Questo è ciò che si percepisce, almeno dopo pochi minuti di A boy’s night out, traccia apripista del secondo album registrato in studio dal quintetto lituano. Mi sono stupito da come, in poco tempo, tante coincidenze sono affiorate in un’ottima sequenza motorhediana, prog, growling e psycho black. Le chitarre volano senza perdere tempo, si lanciano in fughe e ritornano schiumanti, aggressive e potenti. Questa formula di originalità e di eclettismo, in una prima traccia sempre lascia di stucco, sperando che la seconda a seguire non sia una ripetizione … e così sia . Un tuffo nel vicino passato in cui ancora i Type 0 Negative regalavano la loro attitudine devota a un dark colorato, sinuoso e ammiccante: Estonian Lesbians  ci riporta a quei pomeriggi trasognanti in cui il cimitero monumentale di qualsiasi città faceva probabilmente da anfiteatro malinconico di lunghe passeggiate, per interminabili tattiche su come conquistare la ragazza wave dai capelli colorati e vestita di nero. Buona la voce che assieme alla chitarra comprime molta più energia di quanta già ce ne sia, bilanciando il ritmo sincopato. I cori e le voci femminili aiutano le note del piano ad uscire trionfalmente, un taglio di ballad ad addolcire i toni post black ( anche se siamo lontani dagli Altar of Plague ). Anche perché, per una traccia come Durnius, è necessario un attimo di catarsi, una condizione di necessaria logica, prima di perdersi nella marcia psichedelica che ne consegue. Credo che in questa traccia si assommi l’intero universo Pergale, riconducibile ad un luna park con diverse insegne accattivanti, colorati e smerigliate. Questa marcetta psichedelica ci fa contenti, perché tutti i membri funzionano al loro meglio, e ci stupiscono per la terza volta consecutiva. Bene così, la scaletta funziona ed il disco acquisisce punti . Viskis II riprende in un inciso la traccia contenuta nel precedente Horizontalios maldos palaima, Viskis (Whiskey) e non possiamo fare a meno di fermarci un attimo a pensare a cosa stia dicendo. Qualsiasi cosa sia non importa, ha l’impatto confortevole e coinvolgente di una storia dimenticata e raccontata affettuosamente. Les Yeux Rouges si erige in tutta la sua verticale monumentalità con riff decisamente coinvolgenti e trasognanti: l’intro leggermente epico riporta la normalità con un mid-tempo piacevole, leggero e tonale, compatto. Gabriel the Norwegian è una gran bella invenzione che delizia e scalda i cuori , strizzando l’occhio ai paradigmi del black metal.
Il disco è fatto bene, appartiene a quell’alta fedeltà che mai è fuori moda.

TRACKLIST
1.A Boy’s Night Out
2.Estonian Lesbians
3.Durnius
4.Viskis II
5.Les Yeux Rouges
6.Gabriel the Norwegian

LINE-UP
7 – Vocals
Gusmanas – Guitar
Demonas – Bass
Levas – Keyboards
Ilja – Drums
Simas – Guitar

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