iye-logo-light-1-250x250
Webzine dal 1999
Cerca
Close this search box.

Recensione : Organ – Tetro

Tetro tiene fede al titolo con il suo carico di sensazioni oscure ed opprimenti, prive di sbocchi melodici o aperture di stampo modernistico.

Organ – Tetro

Minacciosa entità sonora proveniente dal nord est, gli Organ colpiscono nel segno al primo tentativo con il loro stoner- sludge doom ossessivo ed annichilente.

Sulle tracce di act come i Belzebong, tra gli altri, i quattro bellunesi ne accentuano la ferocia in senso metallico lasciando meno spazio ad una forma drogata di psichedelia per far convergere il tutto in riff micidiali, esaltati dalla loro stessa reiterazione.
Disco che si può definire di fatto strumentale, vista la marginalità delle parti vocali, Tetro tiene fede al titolo con il suo carico di sensazioni oscure ed opprimenti, prive di sbocchi melodici o aperture di stampo modernistico.
In quest’opera, monolitica nel suo catramoso incedere, spicca la presenza di un brano formidabile come Kholat Syakhl (montagna russa sulla quale, nel 1959, trovarono una morte ancora oggi avvolta nel mistero nove giovani escursionisti), nel quale la distorsione sonora tipica del genere trova la sua sublimazione in un crescendo angosciante ed irresistibile.
Tutto sommato non da meno anche l’opener Slave Ship e la conclusiva Enuma Anu Enlil, con le più brevi Witch House ed Hal a costituire un succoso contorno per portate appetitose pur nella loro notevole pesantezza.
Una piacevole sorpresa, soprattutto per la capacità da parte del quartetto veneto di rendere avvincenti soluzioni sonore in un’area stilistica in cui il confine che separa coinvolgimento e noia è molto sottile, e in questo gli Organ dimostrano la loro abilità nel non finire dalla parte sbagliata; ecco, magari un disco di questa levatura avrebbe meritato una copertina migliore, ma questo è decisamente un peccato veniale.

Tracklist:
1. Slave Ship
2. Witch House
3. Kholat Syakhl
4. Hal
5. Enuma Anu Enlil

Line-up:
Alessandro De Pellegrin – Bass
Giulio Fabbro – Drums
Luca Rizzardi – Guitars, Vocals
Alessandro Brun – Guitars, Vocals

ORGAN – Facebook

Get The Latest Updates

Subscribe To Our Weekly Newsletter

No spam, notifications only about new products, updates.
No Comments

Post A Comment

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

POTREBBE INTERESSARTI ANCHE

Treni ad Altra Velocità – Intervista con Fabio Bertino

Una conversazione con Fabio Bertino, autore in tempi recenti di due libri in cui racconta le proprie esperienze di viaggio lungo il nostro paese, percorrendo linee secondarie o utilizzando per gli spostamenti solo i più “lenti” treni regionali.

Amarok – Resilience

La cifra compositiva degli Amarok è piuttosto personale in quanto, rispetto al più canonico sludge doom, la band californiana non teme di rallentare i ritmi fino a sfiorare un’asfissia scongiurata dal mood atmosferico e melodico che pervade buona parte di un lavoro riuscito come Resilience.

Abysskvlt – mDzod Rum

Gli Abysskvlt, con mDzod Rum, propongono un’opera di grande spessore, sia dal punto di vista spirituale che strettamente musicale, ma non si può nascondere che tali sonorità siano principalmente rivolte a chi possiede un’indole incline alla meditazione.

Silent Vigil – Hope and Despair

Se in passato il sound traeva principalmente linfa dall’insegnamento dei Daylight Dies, tutto sommato Hope and Despair è un album che si muove in continuità con quello stile, che qui viene ulteriormente ribadito dando alla fine l’auspicato seguito, sia pure con il nuovo moniker Silent Vigil, alla brusca archiviazione degli Woccon avvenuta dieci anni fa.