Ophis – Abhorrence In Opulence

"Abhorrence in Opulence" è un album tremendamente solido, nel quale non sono rinvenibili forse picchi emotivi fuori dalla norma ma nel quale, al contrario, un’atmosfera dolente avvolge in una cappa impenetrabile tutti i brani, rendendo il tutto un monolite dalla costante potenza evocativa.

Ophis – Abhorrence In Opulence

Il terzo album dei doomsters tedeschi Ophis smentisce da una parte e rassicura dall’altra chi aveva intravisto (il sottoscritto in primis), nel primo dei due brani proposti in occasione dello split con gli Officium Triste, una possibile apertura verso sonorità contaminate con il post metal.

Infatti, a giudicare dal contenuto di questo ottimo lavoro, le coordinate stilistiche appaiono per lo più immutate e, se si fa eccezione per qualche lecita digressione rispetto alle canoniche sonorità del death-doom, a ben vedere si può dire che il sound degli amburghesi abbia addirittura guadagnato in ortodossia cosa che, almeno per me, non è certo un difetto.
Gli Ophis, di fatto, eseguono un’operazione di fidelizzazione dell’ascoltatore, invece di cercare di guadagnare nuovi adepti con il concreto rischio di perderne altrettanti, sicuramente meno propensi ad accettare frequenti oscillazioni stilistiche in chi è dedito a questo genere; in effetti, le fondamenta del disco sono quelle riconducibili all’abituale impronta dei My Dying Bride, dei quali però la band anseatica non si limita a proporre una versione sbiadita, muovendosi invece, sia pure in maniera cauta, in diverse direzioni mantenendosi in ogni caso all’interno di un rassicurante alveo stilistico.
Ed ecco, quindi, che nello stesso brano possono trovare spazio sia sfuriate in doppia cassa e ed aspre screaming vocals, sia delicati arpeggi acustici (Somnolent Despondency) senza che il risultato complessivo ne risenta negativamente, anche se alla fine il brano migliore del lotto si rivela la conclusiva Resurrection, autentico vessillo del death-doom più tradizionale ed esempio calzante come pochi di competenza nel maneggiare la materia da parte della band tedesca.
Abhorrence in Opulence è un album tremendamente solido, nel quale non sono rinvenibili forse picchi emotivi fuori dalla norma ma nel quale, al contrario, un’atmosfera dolente avvolge in una cappa impenetrabile tutti i brani, rendendo il tutto un monolite dalla costante potenza evocativa.
Del resto Philip Kruppa, alla guida della band da oltre un decennio, è a buon diritto passato ormai dallo status di giovane speranza a quello di consolidato protagonista del genere, ed è normale attendersi da lui lavori di questa levatura, anche se continuo a pensare che il capolavoro definitivo gli Ophis lo debbano ancora pubblicare, proprio perché ne possiedono tutte le potenzialità.
Per ora accontentiamoci (e non è affatto poco) di questo bellissimo nuovo full-length.

Tracklist:
1. Disquisition of the Burning
2. Among the Falling Stones
3. A Waltz Perverse
4. Somnolent Despondency
5. Resurrectum

Line-up:
Philipp Kruppa – Vocals, Guitars
Nils Groth – Drums
Oliver Kroplin – Bass
Martin Reibold – Guitars

OPHIS – Facebook

Share:

Facebook
Twitter
Pinterest
LinkedIn
Get The Latest Updates

Subscribe To Our Weekly Newsletter

No spam, notifications only about new products, updates.
No Comments

Post A Comment

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

On Key

Related Posts

THEE HEADCOATS – IRREGULARIS (THE GREAT HIATUS)

Neanche il tempo di recensire l’album-raccolta “Failure not success” (pubblicato col moniker Wild Billy Childish & CTMF) che arriva subito un altro Lp, nel 2023, firmato dallo stacanovista inglese Billy Childish, poliedrico menestrello di culto, che per questa release ha riesumato gli Headcoats, che tornano

I miserabili di Ladj Ly

I miserabili di Ladj Ly

Dedicato a chi è d’accordo con la frase di Hugo che chiude la pellicola: “Amici miei, tenete a mente questo: non ci sono né cattive erbe né uomini cattivi. Ci sono solo cattivi coltivatori”.

Death Mantra For Lazarus – DMFL

Sussurri musicali dettati da una grande tecnica musicale accompagnata da una capacità compositiva superiore, per un lavoro tutto da ascoltare, scoprire ed amare, per chi ama immergersi nella dolce tempesta dei Death Mantra For Lazarus.

AA VV – BOMB YOUR BRAIN Vol. 2

Secondo capitolo per la compilation “Bomb Your Brain“, ancora una volta concepita e pubblicata, sempre in cinquecento copie, dalla piccola e coraggiosa etichetta indipendente francese Pigmé Records. Stessa formula del primo volume, una succosa e urticante raccolta (a questo giro con la didascalia che recita: