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Recensione : Nemuri No Hana : 1920

NEMURI NO HANA - MO3 : 1920: E’ un viaggio che è cominciato da poco ma che sta facendo cose molto importanti e che va seguito da vicino, destinazione ignota.

NEMURI NO HANA - MO3 : 1920

Nemuri No Hana : 1920

NEMURI NO HANA MO3 : 1920

Il ponente ligure è una terra assai strana, un dolce digradare dall’Italia verso la Francia, un altro modo di essere liguri e anche un altro modo di fare musica, pochi gruppi ma davvero buoni e c’è sempre fermento musicale dopo Savona.

Detto ciò nessuno si aspettava un disco come questo MO3 : 1920 dei Nemuri No Hana provenienti dall’entroterra sanremese.

Questo disco è qualcosa di incredibile, è un andare vicinissimi alla forma più pura di musica, un’improvvisazione elettronica strumentale, strumenti e macchine suonate dai mecha di Neon Genesis Evangelion, musica di levatura superiore partorita da menti non totalmente umane. Molto importante il peso dell’immaginario giapponese nel processo creativo che ha portato al disco, riuscendolo ad inserire in un contesto molto ampio.

Il contesto qui è tanto grande che abbraccia la musica elettronica degli ultimi quarant’anni, prendendo qualcosa da un ventaglio immenso di generi e sottogeneri. I Nemuri No Hana sono delle antenne che rielaborano secondo un loro codice i più disparati segnali radio che arrivano a loro.

Qui dentro ci sono beats giganteschi e camuffati sotto la pelle sintetica di ibridi umani, sequenze elettroniche che arrivano da uno studio di Dusseldorf e si propagano per un’arida steppa siberiana e poi tornano a Berlino, computers che friggono e che rilasciano patterns umani, come umani sono le menti che hanno creato tutto ciò, improvvisazioni che sono salde e che arrivano in maniera molto solida.

Inoltre il tutto è assai musicale e diversamente ballabile, si prenda l’ultima lunga traccia Rave 3000, che porta la musica elettronica in un millennio non meglio definibile se non ascoltando il tutto, perché la cosa fondamentale è l’ascoltare con le nostre orecchie, e qui di cosa da sentire ve ne sono milioni.

L’opera è unica e splendida, si può sentire prestando attenzione a qualcosa di nuovo ad ogni ascolto, c’è una precessione continua, non c’è solo avanti ed indietro, c’è un movimento totale.

Mo3 : 1920 ha la vastità e la curiosità dei lavori musicali molto rari e che accadono solo ogni tanto, quando qualcosa si salda nella feconda mente di chi lo concepisce e lo esegue.

Tanta ma proprio tanta meraviglia e assoluto piacere sonoro, per una musica totale e che soddisfa i neuroni ancor prima dei padiglioni auricolari, un progetto che poteva nascere soltanto in provincia.

Come in provincia nasce e porta avanti un discorso molto importante Musica Orizzontale che più che un’etichetta è un posto per la musica strana come giustamente si autodefiniscono loro.

Molto eloquente e bello il loro manifesto, e il loro bandcamp è una vera miniera di suoni non convenzionali e speciali, tutti in download libero.

E’ un viaggio che è cominciato da poco ma che sta facendo cose molto importanti e che va seguito da vicino, destinazione ignota.

 

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