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Recensione : MITOMANI BEAT – CIONONOSTANTE

Terzo capitolo della discografia dei Mitomani Beat, gruppo (anzi, "complesso", come si era soliti definire le band negli anni Sessanta....

MITOMANI BEAT – CIONONOSTANTE

Terzo capitolo della discografia dei Mitomani Beat, gruppo (anzi, “complesso“, come si era soliti definire le band negli anni Sessanta, quando tutto era più bello e ancora innocente/ingenuo, e il beat italiano faceva furore) romano formatosi nel 2010 con l’intento di ricreare le sonorità e le atmosfere tipiche della rivoluzionaria stagione del movimento beat-nik nostrano, grazie anche all’uso di strumentazione d’epoca, un look e concerti impostati come fossero una macchina del tempo che riporta fan e avventori indietro di circa sessanta anni. Un ensemble, quindi “fuori dal tempo”, riprendendo proprio il titolo del loro Lp d’esordio.

 

Il quintetto capitolino (“Marco” alla voce e chitarra, “Stefano” al basso, “Il Maestro” all’organo, “Orlando” alla chitarra solista e “Panta” alla batteria) torna con un disco, “Ciononostante” (in edizione limitata a sole 130 copie) che sin dal titolo riflette la voglia di andare avanti, a discapito delle avversità, e continuare a fare (ottima) musica, malgrado una gestazione travagliata dell’opera, dovuta, logicamente, al periodo di pandemia e restrizioni che, da due anni a questa parte, ha creato problemi a tutti noi, e soprattutto al “comparto musica” e a chi fa dell’essere musicista un lavoro, un mestiere, una passione, un hobby, una ragione di vita.

 

Registrato dagli stessi Mitomani Beat, e mixato da Carmelo Avanzato, il long playing si muove lungo le consuete coordinate Sixties garage beat e, anche in questa occasione, vede la partecipazione di ospiti d’eccezione, come Michele Baraghini (conduttore della trasmissione radiofonica “Mondo Fuzz“) che nell’intro strumentale apripista “Ostro” presta la sua voce per presentare l’album. E poi c’è il momento omaggio: se, infatti, nel precedente 33 giri, “Figli dei figli dei fiori“, i cinque ossequiarono su nastro Tony Borlotti e i suoi Flauers, questa volta è il turno della mitica band beat revival degli Avvoltoi, con tanto di featuring ironico di due membri di quel complesso, il frontman Moreno Spirogi e il tastierista Nicola Bagnoli, che all’inizio di “Avvoltoi” (che riprende il ritornello della loro “Il nostro è solo un mondo beat“, e che vede lo stesso Bagnoli suonare le parti d’organo nel ritornello) hanno registrato una conversazione telefonica in cui discutono goliardicamente del brano dedicatogli dai Mitomani Beat. C’è anche posto per una cover di “Rescue Me” di Fontella Bass, interpretata magistralmente da Letizia (frontwoman dei cinematici Lisa Beat e i Bugiardi) trasformata in “Resta qui“. E nella beffarda traccia finale, “Destino“, al mircrofono è stato caldamente invitato a donare la sua ugola Alfredo “El Bachatero”, detto “il cantante dei due mondi”. Nel mezzo, tra beatle boots e liriche caustiche, scorrono veloci e piacevoli all’ascolto “Materassino“, “Shake“, “Rivoluzione“, “No“, “Vitamina Beat” e la celebrativa-sarcastica “Decennale“.

 

Ciononostante” è un disco frizzante, ideale per rinfrescare l’atmosfera di queste serate estive bollenti a suon di shake, yè-yè e Piper revival. Contro il logorio dell’immondizia musicale moderna, give beat a chance!

TRACKLIST

 

 

1. Ostro
2. Materassino
3. Avvoltoi
4. Shake
5. Rivoluzione
6. No
7. Vitamina Beat
8. Western
9. Resta Qui
10. Senza Te
11. Decennale
12. Destino

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