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Recensione : Marvin – Barry

Con già due album alle spalle, ritornano i tre francesi che si nascondono dietro al nome Marvin (Emilie, Greg, Fred). Il loro nuovo lavoro, il primo in uscita anche su territorio americano, si chiama Barry e si compone di nove fulminanti brani math rock/noise che mitigano gli eccessi cerebrali con ampie dosi di melodia ed energia.

Marvin – Barry

Ad aprire le danze ci sono le solidissime chitarre di Tempo Fighting (accompagnate da tempeste sonore e voce passata al vocoder), seguite, su binari math-noise inclini al delirio e all’ossessività, dal galoppante evolvere di Automan.
Giorgio Morricone, frizzante magma sonoro giocato prevalentemente su chitarra e batteria, lascia spazio all’irrequieta As Noisy As Possible (che già dal nome è tutto un programma), mentre la più misteriosa e fantascientifica Barry, tra morbidi synth ed improvvise esplosioni, introduce le incontenibili nevrosi maniacali di The Dark Sheep e il variegato universo sonico della più che decisa Un Chien En Hiver. Gli spessi strati di tensione generati da We Won’t Get Fooled Again Anymore, infine, anticipano lo sferragliare a briglia sciolta dell’ipnotica e più che coinvolgente Jey Ferson.

Il power trio francese dà alle stampe un disco assolutamente degno di attenzione. I nove pezzi contenuti in Barry, schizzano via uno dopo l’altro tra noise, math rock, briciole di fantascienza e tanta follia. Un disco tanto eccentrico quanto affascinante. Assolutamente da ascoltare.

Tracklist:
01. Tempo Fighting
02. Automan
03. Giorgio Morricone
04. As Noisy As Possible
05. Barry
06. The Dark Sheep
07. Un Chien En Hiver
08. We Won’t Get Fooled Again Anymore
09. Jey Ferson

Line-up:
Emilie
Greg
Fred

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