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Recensione : Lvtvm – Adam

"Adam" offre circa tre quarti d’ora di musica rivolta ad ascoltatori dalle vedute piuttosto aperte e comunque abituati a districarsi in generi dalla struttura non convenzionale, ma questo non deve costituire un deterrente per chi si voglia avvicinare a quest’opera dei Lvtvm.

Disco per molti versi inusuale questo esordio dei toscani Lvtvm.

Di per sé, proporre un progressive strumentale non è certo una novità, ma lo diventa quando la band rinuncia oltre alla voce pure alla chitarra, ricorrendo ad una coppia di bassi accompagnati da tastiere e batteria.
Se poi aggiungiamo che Adam è un concept incentrato sul primo uomo biblico (cosa certo non semplice da rendere senza l’ausilio delle parole) si capisce quanto il lavoro sia anomalo sotto diversi aspetti.
Va detto che l’operazione riesce piuttosto bene poichè il disco non risulta mai noioso, per quanto non di facilissima assimilazione; di fatto, l’assenza della chitarra finisce per sentirsi poco, in quanto uno dei due bassi ne fa le veci, sostituendolo nella costruzione dei brani con il suo particolare timbro ed evitando ai nostri, per assurdo, la tentazione di lanciarsi in lunghi e spesso estenuanti assoli con la più classica sei corde.
È altresì normale, con una tale configurazione strumentale, che i brani più efficaci si rivelino quelli connotati da un certo ritmo (Twalking), ma in fondo non da meno sono altri in cui affiorano di tanto in tanto reminiscenze crimsoniane (Nemesis) oppure denotati da un’impronta più sperimentale che va a lambire, talvolta, territori fusion (Fthonos Theon); in generale, comunque, ogni traccia mostra svariate sfaccettature e Tremorz ne è un esempio lampante: passaggi che possono ricordare certi canoni della tradizione popolare italiana si fondono mirabilmente con le eleganti pulsioni del rock più colto ed evoluto.
Adam offre circa tre quarti d’ora di musica rivolta ad ascoltatori dalle vedute piuttosto aperte e comunque abituati a districarsi in generi dalla struttura non convenzionale (progressive, post metal, jazz, ambient), ma questo non deve costituire un deterrente per chi si voglia avvicinare a quest’opera prima dei Lvtvm: il disco infatti offre diversi spunti accattivanti e, come detto, riesce a coinvolgere grazie a musicisti che, in virtù di un approccio ideale alla materia, riescono a sfuggire abilmente al rischio di cadere in una sterile esibizione di tecnica.

Tracklist:
1.Session I
2.Twalking
3.The Dreamer
4.Internal Disease
5.Tremorz
6.Gnosis
7.Hybris
8.Fthonos Theon
9.Nemesis

Line-up:
Carlo Bellucci – Basso a destra
Isacco Bellini – Basso a sinistra
Mike Marchionni – Synth
Alessandro Marchionni – Batteria

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