I Luger (Raul Gomez, Edu Garcia, Daniel Fernandez, Mario Zamora, Fernando Rujas), band spagnola già piuttosto affermata (un disco omonimo alle spalle, un tour negli USA, presenze al Primavera Sound Festival e al South By Southwest Festival), giungono alle nostre orecchie con il loro secondo lavoro, Concrete Light.
Belldrummer Motherfucker apre il disco proponendo un’elettronica pacata e delicata, ondeggiante e rilassante mentre Monkeys Everywhere, in seconda posizione, lascia spazio all’anima più rock della band suonando vigorosa, corposa e decisa (basso ben presente, tastiere di contorno, chitarre di polso, voce squillante). Dracula’s Chauffeur Wants More prosegue inarrestabile, schiacciandoci sotto il muro sonoro generato da basso, chitarra e batteria (immaginatevi dei Jane’s Addiction amanti del krautrock) mentre Hot Stuff, magmatica ma meno esplosiva, ipnotizza con il suo ritmo, i suoi echi e le melodie. La successiva Shirokovsky Pallasite I, generando ampi paesaggi quieti e assolati, preferisce mandarci in trance prima di aprire alla graffiante Shirokovsky Pallasite II (chitarra a regnare su un caldo e allucinato tumulto strumentale). Zwischenspiel/Quidquid Latet Apparebit, infine, conclude con sitar e sonorità orientali, cullando e trasportando in altri mondi.
La band spagnola si dimostra molto abile nel riuscire ad incrociare con maestria krautrock, rock alternativo e rock psichedelico. Due canzoni ipnotiche e accoglienti (ai margini del disco) e cinque canzoni determinate e incisive (il cuore del disco) che tengono alta l’attenzione e non permettono cedimenti. Immaginatevi i Death In Vegas più tendenti al krautrock che suonano come i Jane’s Addiction e avrete i Luger.
TRACKLIST:
01. Belldrummer Motherfucker
02. Monkeys Everywhere
03. Dracula’s Chauffeur Wants More
04. Hot Stuff
05. Shirokovsky Pallasite I
06. Shirokovsky Pallasite II
07. Zwischenspiel/Quidquid Latet Apparebit
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