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Recensione : Les Trois Tetons – Dangereyes

Les Trois Tetons - Dangereyes: Se vi è una band alla quale si può tranquillamente assegnare il titolo di portabandiera del rock'n'roll nel nostro riden...

Se vi è una band alla quale si può tranquillamente assegnare il titolo di portabandiera del rock’n’roll nel nostro ridente paesino (sto parlando di Varazze) questa è senza dubbio Les Trois Tetons.
Da oltre vent’anni infatti questa sigla è sinonimo di passione e dedizione alla musica che più amiamo.
Che dire di loro che non sia ancora stato detto,se non ricordare le centinaia di mirabolanti date nella quali mai hanno lesinato sudore e slancio,addirirttura folli le prime esibizioni tipo quelle al Becco Giallo con un seguito veramente wild del quale mi pregio di aver fatto parte.

Il gruppo è stato un vera e propria palestra per chi si è voluto cimentare con la musica del diavolo e sia vissuto dove sono vissuto io, vi hanno suonato un consigliere comunale come dei veri e propri reietti senza che ciò creasse la benchè minima turbativa.
Ed è con questa granitiche credenziali che i nostri sfoderano il loro ennesimo album che come di consueto non si propone di
rivoluzionare la storia del rock’n’roll ma solo di mostrare con fierezza il proprio attaccamento a ciò con cui si è cresciuti e più si è amato.
Scendendo nei particolari andrò a riferirvi quali sono i pezzi che più mi hanno appassionato in questo album il cui ascolto vi consiglio caldamente e integralmente.
Comincierò con “The ghost of my mother” nella quale si odono echi di paisley underground sopratutto di bands quali Long Ryders e Romans via via proseguengo vi consiglio “Waiting” stonesiana ma anche in odor del miglior Springsteen o,dato che siamo pur sempre italiani Rocking Chairs, “No scars” sempre dalle parti di Jagger e soci ma nel loro aspetto più leggiadro (?!?), “Beaujoulais and suffering” contraddistinta da un bel suono jinbgle-jangle alla R.e.m.,o ancor meglio alla Byrds,il blues elettrico di “Dangereyes”,la psichedelia malinconica alla Love di “Nightlife” e il country-rock molto Neil Young di “Invisible third man”.
In parole povere ma chiare “Dangereyes” no vi cambierà la vita ma potrebbe rendervela,per la sua intera durata,un po’ migliore e di questi tempi,fidatevi,no è cosa da poco.

Info e contatti: waww.3tetons.it

- Les Trois Tetons - Dangereyes

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