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Recensione : John Dallas – Wild Life

Wild Life risulta un'ottima opera prima, varia, matura e dal songwriting in stato di grazia, altro esempio di come il tanto bistrattato hard rock possa ancora regalare grandi soddisfazioni ai propri fans

John Dallas – Wild Life

Se si ha il talento non esistono generi più o meno difficili da interpretare, anche quelli come l’hard rock di estrazione americana, dove all’apparenza si è già sentito tutto, un buon songwriting fa la differenza, sommato alla sempre, importantissima, attitudine.

Luca Stanzani, in arte John Dallas è un musicista bolognese che all’hard rock glam ha dedicato gli ultimi venticinque anni, militando in diverse band della scena e suonando musica dalle svariate sfumature che vanno a comporre il vasto mondo del rock duro.
Wild Life, opera prima del musicista, licenziata tramite la Street Symphonies Records, risulta un calderone dove ribollono tutte le influenze di John, che come un mago, mescola ed aggiunge ingredienti così da creare una magica pozione dall’alto contenuto rock’n’roll.
Interamente scritto da Luca e registrato ai Boat Studio, vicino a Bologna, Wild Life è stato affidato, in seguito a Roberto Priori per la masterizzazione, avvenuta ai Pristudio.
L’album è composto da nove brani di hard rock americano, che attraversando tutti questi anni arriva a noi in una veste moderna e fresca, dove il nostro, sapientemente non ci consegna la classica “operazione nostalgia”, ma si avvale della propria esperienza per suonare rock con passione, ben incastonato nel nuovo millennio.
Le songs sono varie e si passa con disinvoltura dal rock da classifica dell’opener Under Control, di chiara ispirazione Bon Jovi( anche se l’artista americano sono anni che non scrive un brano così bello), all’esplosiva Heaven Is, dalle ritmiche che sprizzano groove moderno e dal ritornello catchy semplicemente fantastico.
Bravissimo Luca nel saper adattare la sua voce alle varie atmosfere che si susseguono nel disco, melodico e passionale nelle parti melodiche (la semiballad Falling), aggressivo e vario in quelle dove la propria musica si scatena e si avvicina allo street metal modernizzato da ritmiche grasse e potenti.
La title track risulta irresistibile, un inno al rock’n’roll style, urlato dal singer, che sfodera una prova maiuscola e non molla la presa neanche con Dreamin’ On.
La ballad Freedom torna su sentieri bonjoviani, classico brano anni ottanta dove le sfumature create da un mood western, molto usato dalle band americane, crea atmosfere alla “Every Rose Has Its Thorn(Poison) o Blaze of Glory.
Ma la chicca è riservata per il finale ed arriva dopo la buona Psycho Game; Love’s Fake esplode in un’atmosfera di metal moderno dai ritmi sincopati ed atmosfere lascive che richiamano addirittura il reverendo Manson, con un John Dallas che mette il punto esclamativo ad una prova dietro al microfono entusiasmante.
Wild Life risulta un’ottima opera prima, varia, matura e dal songwriting in stato di grazia, altro esempio di come il tanto bistrattato hard rock possa ancora regalare grandi soddisfazioni ai propri fans, consigliato.

Tracklist:
01. Under Control
02. Heaven Is
03. Falling
04. Wild Life
05. Dreamin’ On
06. Electric
07. Freedom
08. Psycho Game
09. Love’s Fake

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