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Recensione : Hunx – Hairdresser Blues

Hunx - Hairdresser Blues: Seth Bogart (Hunx) si è dismesso dei suoi Punx per tirare fuori un album di pop dolce e stucchevole dalle sonorità garag...

Hunx – Hairdresser Blues

Seth Bogart (Hunx) si è dismesso dei suoi Punx per tirare fuori un album di pop dolce e stucchevole dalle sonorità garage e surf che non riesce quasi mai a colpire nel segno.

Il californiano Seth Bogart è conosciuto ai più per il lavoro con i suoi (evitabili) Hunx and His Punx, autori (direi autrici) di un garage rock scialbo dai contorni poppy. Questa volta Hunx ha deciso di spogliarsi dei suoi Punx per tirare fuori (con l’aiuto di Daniel Pitout dei Nu Sensae che si è preso in carico le pelli e di Ivan Julian che ha – sic! – prodotto l’album) alcune cose che aveva scritto nel freddo oscuro della sua cameretta mentre attraversava un brutto periodo, e che non potevano prendere la forma di un album dei Punx per via delle differenze tematiche e di sonorità (parole sue).
Per andare subito al sodo: questo Hairdresser Blues è poco più (ma forse sarebbe meglio dire poco meno) che un disco di pop songs. Arricchite di sonorità garage, surf e a volte psichedeliche, certo, ma pur sempre pop. Pop songs che parlano di amori perduti e solitudine, conditi da testi banali e musica così sciapa da rendere difficile l’ascolto completo.
Ne avrete la sensazione palpabile quando metterete l’album sul piatto e sarete accolti dal pop-surf di Your Love is Here To Stay, pezzo non troppo riuscito (per non dire insulso) con il quale Bogart ha inspiegabilmente deciso di aprire l’album. Il resto è un po’ meglio dell’opening track (a parte I’m Not The One You Were Looking For e I Love You A Little Too Much, che riescono a fare molto di peggio), soprattutto quando il nostro tenta escursioni dalle parti di una psichedelia pop dal sapore vagamente garage (Hairdresser Blues e When You’re Gone). Ma è poca roba comunque: il surf garage di Private Room viene depurato completamente di qualsiasi velleità rumorista e affogato in una melassa pop che fa venire il voltastomaco, e anche quando il nostro (ehm, vostro) sembra azzeccare qualcosa (il garage pop di Always Forever), vorresti tanto che il pezzo fosse uno strumentale onde non ascoltare una tale dose di ovvietà.
Un consiglio agli amanti del buon garage rock: tenetevi a debita distanza da quest’album.

TRACKLIST:
01. Your Love Is Here To Stay
02. Private Room
03. Let Me In
04. Always Forever
05. Hairdresser Blues
06. Do You Remember Being A Roller?
07. I’m Not The One You Were Looking For
08. Set Them Free
09. Say Goodbye Before You Leave
10. When You’re Gone
11. I Love You A Little Too Much

Hunx-Hairdresser Blues

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