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Recensione : Hibou Moyen – Fin Dove Non Sitocca

Un’esplorazione nella fisicità di corpi e sentimenti, accompagnata da un buon lavoro musicale

Hibou Moyen – Fin Dove Non Sitocca

Giacomo Radi presenta il terzo lavoro, dopo “Inverni” (LP) e “Ancora inverno” (EP) di Hibou Moyen (“Gufo Comune” in francese), progetto solista che «nasce dall’esigenza di tornare a scrivere canzoni, dopo una pausa di alcuni anni dalla musica rock alternativa (Dafne, Sistema, Rosemary’s Lane): una nuova veste tessuta con trame acustiche e intimistiche, equidistante tra folk statunitense e cantautorato italiano.»
E le 10 tracce di Fin dove non si tocca, l’album in questione che vede la produzione artistica del cantautore Umberto Maria Giardini, sono una lucida prova di questa veste: un lavoro sentimentale, in cui testo e musica si presentano coesi e ben miscelati.
Testualmente la metafora è la figura retorica privilegiata, gli elementi e la natura diventano parte dell’umano e indispensabili per la costruzione del mondo interiore, oltre che di quello esterno e tangibile. Hibou Moyen essenzialmente disegna collegamenti tra l’astrazione dei sentimenti e la fisicità dei corpi, umani e naturali, con un tratto che sembra far sparire ogni confine tra artificioso e spontaneo.
La parte musicale è ben curata, sia dal punto di vista della struttura che del suono. I pezzi, pur insistendo su motivi piacevolmente orecchiabili, difficilmente risultano ripetitivi, e le parti vocali giocano in modo molto efficace con quelle strumentali. Prevalentemente acustico e leggero, il suono non lascia molto spazio a tocchi sporchi, ma alcune punte leggermente grezze, insieme alla variazione di ritmi e toni, rendono scorrevole un lavoro che potrebbe rischiare di risultare un po’ viscoso. Indispensabili chitarra acustica e voce, ma ben arrangiato anche l’utilizzo di diversi strumenti (tra i quali violino, viola, synth, organo Hammond e altri), che hanno portato la collaborazione di diversi musicisti, tra i quali Mauro Catani, che scrive la musica e, insieme a Radi, il testo di “I Miei Nodi”.
Hibou Moyen si definisce «sei corde e lettere sparse», e probabilmente quest’ultimo lavoro non lo smentisce. Se “Fin dove non si tocca” forse non potrà farlo vantare di estrema originalità, neanche potrà negargli la capacità di evocare qualcosa in chi lo ascolta.

 

Tracklist
1. Il Naufragio Del Nautilus 3:33
2. Efelidi (1° singolo)
3. Unghie
4. Muro E Lichene
5. I Miei Nodi
6. Cara Realtà
7. Linfatica (Il Bene E Il Male)
8. Luscengola
9. Pallida Erba
10. Canzone Di Balene

Hanno suonato:
Giacomo Radi – Chitarra acustica, Chitarra elettrica, E-bow, Pianoforte, Voce e Cori
Andrea Gozzi – Chitarra elettrica, Archetto, Autoharp, Pianoforte
Michele Zanni – Pianoforte, Organo Hammond, Synth, Basso
Umberto Maria Giardini – Chitarra elettrica, Basso, Percussioni, Batteria, Voce su “Canzone Di Balene”
Giulio Martinelli – Batteria
Nicola Nieddu – Violino, Viola
Enzo Cimino – Vibrafono
Archi su “Il Naufragio Del Nautilus” diretti e arrangiati da Carlo Carcano
Pianoforte su “Il Naufragio Del Nautilus” arrangiato da Luca Spaggiari

URL Facebook
https://www.facebook.com/hiboumoyen

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