I Jacuzzi Boys faranno uscire il 21 ottobre il quarto album: Ping Pong, il primo interamente prodotto dalla loro personalissima etichetta, Mag Mag.
Quello che questi tre ragazzi di Miami propongono al pubblico (peraltro già abbastanza consolidato) è un non meglio definibile indie rock sporcato da un pizzico di noise e garage, condito con surf e una buona dose di pop che rende il tutto più zuccheroso.
Rispetto ai loro lavori precedenti il suono appare più nitido e curato, neanche le distorsioni riescono ad alterare un retrogusto pulito e facilmente apprezzabile.
Con le tracce numero uno e due, Lucky Blade e Boys Like Blood, la partenza vuole essere incalzante e dirci subito quale sarà il mood dell’intero album. Ma dopo questi primi due pezzi decisamente orecchiabili e tranquillamente canticchiatibili gli altri non ne prendono solo un sapore simile, per formare un insieme senz’altro compatto e omogeneo, ma ne diventano un seguito fin troppo somigliante che non riesce a fare uscire molto di nuovo rispetto a quanto non si senta nei primi 10 minuti.
Il suono delle chitarre viaggia tra il british e il moderno, che prevale con tratti piacevolmente “zanzarosi”; la batteria ha una presenza solida, definita, e insieme al basso i due strumenti seguono linee piuttosto semplici e tutto sommato interessanti; sono le parti vocali a risultare il più delle volte ripetitive sia per quando riguarda l’aspetto ritmico che quello melodico, in molti dei brani ci si trova di fronte a un ritornello ripetuto flemmaticamente e impastato di un riverbero che rende il suono più morbido e vaporoso, ma anche meno incisivo.
Passando per la breve New Cross (1’17) e i piacevoli arpeggi di Gamma (forse la mia preferita) per finire con la relativamente psichedelica chiusura di Tip of My Tongue – Edge of My Brain, la durata è di 3 minuti in media a pezzo e non mancano parti delicatamente dissonanti, che anche essendo ben sistemate con la linea melodica principale appaiono centellinate con parsimonia. Questo diventa uno fra gli elementi che indeboliscono la consistenza di una sana vena sperimentale, forse ancora da alimentare per far fare a questo trio dalle buone potenzialità e già ben piazzato sulla scena musicale che gli appartiene, un salto di qualità.
Nel complesso Ping Pong è divertente e sicuramente una “presa bene”, e questo non mi dispiace affatto. Quello che forse mi sarebbe piaciuto trovare sarebbe stato un po’ più di coraggio nel buttarsi e sperimentare, forse rischiando di uscire dal porto sicuro di un genere non difficilmente apprezzabile, ma magari ottenendo risultati più soddisfacenti.
TRACKLIST
1. Lucky Blade
2. Boys Like Blood
3. Refrigeration
4. Seventeen
5. Can’t Fight Forever
6. Easy Motion
7. New Cross
8. Zoo
9. Gamma
10. Strange Exchange
11. Iodine
12. Tip of My Tongue – Edge of My Brain
LINE-UP
Gabriel Alcala – chitarra, voce
Diego Monasterios – batteria, voce
Danny Gonzalez – basso
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