iye-logo-light-1-250x250
Webzine dal 1999
Cerca
Close this search box.

Recensione : Ethers – Ethers

Ethers // Realizzato il 24 agosto 2018, il disco d'esordio omonimo dei chicagoani Ethers salta in aria molto 'vellocet' e 'karashò', fresco, indiscutibilmente, come fosse stato appena colto dall'albero del peccato.

Ethers – Ethers

Realizzato il 24 agosto 2018, il disco d’esordio omonimo dei chicagoani Ethers salta in aria molto ‘vellocet’ e ‘karashò’, fresco, indiscutibilmente, come fosse stato appena colto dall’albero del peccato.
E la fabula biblica non giunge del tutto campata in aria, perché il disco rapisce tramite le sfavillanti peculiarità, pompando felicità alla maniera di quella che deve aver provato Eva nell’addentare il frutto proibito disobbedendo al Creatore, mettendo in chiaro, col suo gesto trasgressivo, la natura femminile indipendente ed indomabile, in netto contrasto con le leggi preimpostate da Nostro Signore Iddio.

La formazione degli Ethers comprende: Bo Hansen (guitar, vocals) ex Heavy Times; Mary McKane ex The Runnies, Outer Minds (organ Farfisa overdrive, vocals); Russ Calderwood ex Radar Eyes, The Runnies (bass); Matthew Rolin (drums); e in verità vi dico che questi sono angeli caduti dal cielo, le cui personalità musicali vendono cara la pelle pur di esprimere il loro genialoide sistema di veicolare rock, miscelando nel mixer interplanetario deliziosi suoni che sussumono alla psichedelia, al garage-punk, al desiderio primitivo di partire sul primo volo Last Minute, in compagnia di qualche fido amico, e farsi un giro ‘abroad’ secondo quel che sarà.

Senza porsi troppe domande, ma vivendo la musica lungo il tessuto tegumentario, tocca opportunamente capire il cambiamento di stato pure psicologico che operano dette note soffiate nelle orecchie, poiché il punto di vista del reale assumerà una forma possibilista e la gioia di percepire il contorno esistenzialista delle nostre vite aggiungerà quella opzionale marcia in più, affinché ci scaraventi lungo le strade del mondo, avendo come punto di riferimento il raggiungimento dell’orizzonte, giusto là, dove tramonta il sole!

Gli Ethers (riferito all’etere) fanno onore al loro nome, rivitalizzando in una certa maniera l’Hendrix pensiero: il mago della chitarra reagendo alla pesantezza insostenibile della banalità dei fatti della vita si tramutava – spesso & volentieri – in Elio (gas nobile incolore, inodore, insapore, non tossico e inerte)!!!
E dimmi se non è così ascoltando la “Temporary Exiles”…

Dentro il disco ci ritrovi il Beat della Swinging London addizionato da grovigli Paisley Underground, umori melodici attaccaticci e solari insuffli atomici provenienti dalla First Psychedelic Era ma rinvigoriti dai Byrds, ed anche un amabile compromesso tra suggestioni american East Coast & West Coast sound (buttando nel carnet dei ricordi un bel po’ di gruppetti come V.U. e Pavement) davvero sottile e incantato, fatto di pulsazioni ed alternative pop indie dove il dreampop muta pelle, rimanendo nei pressi dei limiti territoriali del collegerock ed hardcorepunk, vellicando delicatamente quelle zone, per la qual visione mi appello a probabili sentori Hüsker Dü e REM.

In poco più di mezz’ora di musica sono addensate le spremiture detox della band che sovente parte in tromba, come salire in groppa ad un treno in corsa, accarezzando la filosofia hobo!
Il colorato tripudio emergente (bello il design della copertina di Bill Connors) riprende lo spedito passaggio e incolla alla viscerale passione energetica, zampillante e ricostituente, sprigionando uno splendente tonico temporale attraverso il quale sfrecciano i tanti fantastici spin-off, vedi “Nature’s Revenge”, “Empty Hours”, “Running Through The Night”…
I jangle di guitar, i raggianti raggi antigravitazionali della tastiera, il perdurare battente della batteria e delle propagazioni morbide ed icastiche del basso, concorrono, come desiderose bollicine di spumante lanciate in superficie, ad esplodere dal collo della bottiglia per irrorare le ugole degli assetati di inebriamento non-stop! Assolutamente da provare live per crederci.

Registrata in quasi totale assenza di orpelli audio, dall’ingegnere di Chicago Dave Vettraino, l’album è stato masterizzato dalla leggenda di Melbourne Mikey Young (Total Control, Eddy Current Suppression Ring), conferendo secca rilevanza Lo-Fi and noise alle tracks.

Track List
1. Empty Hours 03:27
2. Running Through The Night 02:10
3. Rip Off 02:54
4. Nature’s Revenge 01:43
5. Emily 02:23
6. Carry What You Kill 02:30
7. Patient Life 02:27
8. Past My Prime 01:58
9. Party Girls vs. The War Dept. 03:26
10. Temporary Exiles 02:58
11. Modern Dating 03:18
12. Something 02:49

Etichetta Label: Trouble In Mind Records

Get The Latest Updates

Subscribe To Our Weekly Newsletter

No spam, notifications only about new products, updates.
No Comments

Post A Comment

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

POTREBBE INTERESSARTI ANCHE

Bachi da pietra - Accetta e continua

Bachi da pietra – Accetta e continua

I Bachi da pietra,  a 3 anni circa dall’estroverso e diretto Reset, spianano la strada alla loro visione ultra rock (comunque ultra) col nuovo Accetta e continua.

Noysira

Noisyra – Wound

Noisyra, aka Pam Salvati, affonda la lama creativa affrontando un nuovo capitolo musicale in capo alla propria versatilità.

Cronaca Di Una Favola

Credevamo alle favole quando le vivevamo, poi le favole hanno lasciato il posto alla concretezza dei bisogni e all’intorpidimento dell’età adulta…..

Ora O Poi

Pensieri ed Emozioni di Bob: Ora o poi #pensieri.