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Recensione : Erio – Fur El

Un debutto sicuramente più valido, ma ancora frenato su alcune parti

Erio – Fur El

Dopo aver pubblicato solo quattro pezzi in digitale (in due differenti tranche), il misterioso Erio, ritorna per La Tempesta Dischi con i dodici brani di Fur El. Il disco, prodotto da Paolo Baldini e suonato insieme a membri dei Mellow Mood, Tre Allegri Ragazzi Morti e The Sleeping Tree, combina con gusto Bon Iver, Bjork e Sigur Ros, dando vita a un sound che sa di attuale e internazionale.

La chitarra acustica di Oval In Your Trunk, unita a pacati ritmi di batteria e a lievi inserti elettronici, lascia che al centro dell’attenzione ci sia la limpida voce effettata del cantautore, aprendo al lento procedere, carico di calore e fascino emotivo, della luminosa We’ve Been Running.
What You Could Have Said When He Died, But Never Did, in terza posizione, accarezza con il suo procedere morbido e leggermente più spigliato (chitarra acustica e voce sempre in primo piano), mentre il malinconico sprofondare della cupa e drammatica El’s Book, introduce il piglio, ai limiti del trip hop, di The Reason e i cori conclusivi, al sapore di r’n’b, di Vineyards.
Lo scandire ritmico di Lenses, fatto di frequenti pause, attira l’attenzione fin dal primo momento, sciogliendosi poi nel delicato e intenso svilupparsi di Stareater e nel pacifico cullare di Room 4.
Cafeteria, infine, vivacizzando il tutto con improvvisi colpi di rullante, cede il compito di chiudere al timido muoversi di Torch Song e al crescere e strutturarsi della conclusiva On His Van.

I dodici brani di questo Fur El, suonano piacevoli e coinvolgenti fin dal primo momento. Il sound è sicuramente figlio dell’incontro fra Bon Iver, Sigur Ros e Bjork, ma riesce a ritagliarsi un piccolo spazio di personalità. L’unico limite, oltre alla forse troppa omogeneità dell’intero lavoro, è che l’intero disco si basa principalmente sulla caratteristica della voce, trascurando, in larga parte, lo strutturarsi delle canzoni e le possibilità che la parte strumentale sicuramente offre. Insomma, un debutto sicuramente valido, ma ancora frenato su alcune parti.

TRACKLIST
01. Oval In Your Trunk
02. We’ve Been Running
03. What You Could Have Said When He Died, But Never Did
04. El’s Book
05. The Reason
06. Vineyards
07. Lenses
08. Stareater
09. Room 4
10. Cafeteria
11. Torch Song
12. On His Van

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