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Epi E La Paura

Epi E La Paura: [13:40, 7/6/2018] Simone :la paura è sempre funzionata molto bene per la coercizione del popolo. per sfocare la v...

Epi E La Paura

[13:40, 7/6/2018] Simone :la paura è sempre funzionata molto bene per la coercizione del popolo. per sfocare la vista sulla nostra società

[13:41, 7/6/2018] Simone :solo la paura può portare un accontonamento della ragione

[18:57, 7/6/2018] Epi : L’ ARTE DELLA PAURA OVVERO LA FRAGILITA’ DELLA RAGIONE.
Dobbiamo avere paura della nostra paura o dobbiamo usarla con quel pizzico di fragile ragione che abbiamo ?
Da che esiste l’ uomo questi ha sempre tentato di superarla o nasconderla unendosi ad altri uomini ( con le sue stesse paure ) per ottenere quacosa ; ” l’ unione fa’ la forza “, si e’ sempre detto.
Il problema, pero’, e’ sempre stato trovare un interesse comune per coinvolgere altri esseri pieni di paure per camminare insieme verso ” il sole dell’ avvenire “.
Ma sappiamo bene che questa ” forza ” altro non e’ che una maschera per nascondere la nostra natura inconscia, piu’ profonda: LA NOSTRA INCONFESSATA CONSAPEVOLEZZA CHE SIAMO PER IL 90 PECORE E SOLO PER IL 10 LEONI.
Lo hanno sempre ben saputo I vari condottieri della storia e non ultimo Karl Marx che declamava ” proletari di tutto il mondo unitevi per abbattere il
capitalismo “.
E Lenin, ben cosciente della fragilita’ dei singoli e dei pochi che volessero misconoscere la propria debole natura, compiendo azioni eroiche d’ avanguardia, ammoniva alla moderazione con lo slogan: ” estremismo, malattia infantile del comunismo.”
Ed oggi ben lo sanno I cosidetti “poteri forti ” , quelli cioe’ che sembrano volere guidare, indirizzare, condizionare, addomesticare la nostra coscienza pecora verso un ” sole dell’ avvenire ” a noi ignoto.
Pero’ non piu’ con fucili, bensi con automobili, televisori e smartphone.
E dove sta la differenza ?
Nell’ appiattimento della liberta’ e realizzazione delle vocazioni dei singoli.
E qui sta il bello della questione, ovvero la contraddizione intrinseca al concetto tanto declamato della ” unione che fa la forza “.
Unione che fa la forza significa in ultima analisi APPIATTIMENTO DELLE SINGOLE ASPIRAZIONI, VOCAZIONI, ORIGINALITA’.
Al tempo degli zar questi adottavano la formula vecchia come il mondo :” DIVIDI ED IMPERA ” ed avevano divisa la societa’ subordinata in circa 25 classi gerarchiche, poi venne la rivoluzione d’ ottobre e Lenin elimino’ le classi.
Ma duro’ poco, le qualita’, le capacita’, le aspirazioni appiattite non facevano crescere la societa’ e il miraggio del ” sole dell’ avvenire” si allontanava sempre piu’.
Risultato: si e’ tentato di stimolare la fede nel regime con lo “stakanovismo “, presto fallito, allora bisognava mascheratamente adottare le regole delle societa’ capitaliste e con Stalin vengono istituite gradatamente ben 37 categorie salariari.
A questo punto quale e’ il risultato storico fra LA O LE PAURE CHE MUOVONO LA MASSA E LA RAGIONE DELLE SINGOLE ?

Questa mia e’ solo provocazione per minare le certezze sociali, politiche e antropologiche, spesso fatte di luoghi comuni, che albergano nel fondo di ciascuno di noi.
Ma la pasta di cui siamo fatti e con cui, _ volenti, incoscienti o condizionati_, costruiamo la societa’, e ben piu’ ricca di queste modeste risultanze storiche, e merita guardarci e guardare piu’ a fondo per scoprire anche LA VIRTU’ DELLA PAURA CHE E’ IL GRANDE ICEBERG SOMMERSO DEL NOSTRO INCONSCIO CHE E’ LA FORZA CHE DA SENSO ALLA …

[00:13, 8/6/2018] Epi : Simone, tu fai delle precise affermazioni a proposito della paura.
Essa significa: coercizione, sfocatura della visione della realta’, accantonamento della ragione.
E su questo potrei concordare, ma penso che le scelte e le azioni che compiamo ogni giorno, spesso guidati dalla paura ci hanno condotti ad essere quello che siamo e che facciamo.
E qui sta il punto e sorge la domanda : quello che siamo e che facciamo, incanalati e condizionati dalle nostre paure, e’ la nostra natura intrinseca, la nostra realta’ , la nostra vita, o ne esiste un’ altra a cui temiamo di accedere ?
E se ne esiste un’ altra e’ solo la nostra visione sfocata di essa che ci impedisce di viverla ?
Oppure e’ la constatazione che la realta’ che stiamo vivendo e’ la nostra realta’ storica che dobbiamo recitare e trasformare giorno dopo giorno ?
E c’e’ di piu’: non e’ forse vero che la tua osservazione critica sulla paura manifesta la tua lucida attenzione e visione della realta’ e la sottintesa e chiara volonta’ di cambiarla, modificarla, evolverla ?
Ed a questo punto interviene il nostro motore, la nostra paura, la nostra visione sfocata, la nostra limitata capacita’ razionale a determinare la velocita’ del nostro trasformare e trasformarci.
Gia’ il nostro bravo filosofo Marx lo aveva capito che bisognava smetterla di guardare la realta’ con strumenti ideali, visionari o sopranaturali ma bensi con ” materialismo storico “, ovvero osservare la realta’ delle cose e dei fatti concreti e su di essi e con essi agire guidati dagli strumenti della nostra ragione e incanalati dalle nostre capacita’ fisiche e psichiche. ( Cioe’ I paletti della nostra natura e delle nostre paure ).
Certo siamo sempre tentati di dare la colpa dei nostri condizionamenti e limiti a qualcun altro fuori da noi, a qualche potente superman che ci domina da lontano, ma questa e’ sempre stata la strategia della mente umana per esorcizzare la coscienza dei propri limiti: e’ un dio o demone onnipotente lassu’ e irraggiungibile che manda I fulmini e mi offusca la vista impedendomi di realizzare me stesso o la mia societa’ ideale.

” Cosa e’ mai l’ uomo, e quanto profondo e insondabile e’ l’ animo suo che io possa conoscerlo ? ”

Anonimo filosofo del mondo antico.

[09:32, 8/6/2018] Epi : ” Le aquile non volano a stormi ! ” Franco Battiato.

[09:56, 8/6/2018] Epi : ” Cosi’ siamo nella vita vera e se non ti piace non lo voglio sapere perche’ vivo la vita a modo mio ! ” Jack Kerouac

[13:43, 8/6/2018] Simone :jack grande compagno di viaggio della mia vita.. rileggendolo

[13:43, 8/6/2018] Simone :e rileggendo la sua vita un po egoista sbaglio?

[14:37, 8/6/2018] Epi : Direi che hai perfettamente ragione, gli interessavano soprattutto le sue emozioni e le sue esperienze, consapevole di non poterle condividere con altri.

[14:41, 8/6/2018] Epi : E penso anche che se piace tanto e’ perche’ in fondo invidiamo la sua determinazione e la sua liberta’

[18:21, 8/6/2018] Epi : IL GRUPPO, IL BULLISMO E LA PAURA DI ESSERE SE STESSI
Mi ha sempre colpito e lasciato perplesso, sin da bambino, il comportamento di tanti compagni di scuola, I quali, quando si trovavano in un gruppo diventavano arroganti, estroversi, violenti e beffardi e quando poi li ritrovavo da soli li scoprivo timidi, introversi, gentili e schivi.
Quando ancora incontravo in un gruppo qualcuno che ritenevo un mio vero amico, questi mi guardava con un sorriso che sapeva di smorfia e con me si rivolgeva a monosillabi.
Il gruppo, lo spirito del gruppo lo imprigionava in una maschera di ruolo ed in un comportamento a dir poco enfatico e alienato.
La vita ha comunque continuato a scorrere ma questo comportamento l’ ho ritrovato negli stadi, nei concerti, nelle manifestazioni e ovunque un singolo individuo si mescolava alla massa.

La storia ha condotto, anche me, a diventare un personaggio pubblico e a guidare e parlare a tante persone e qui ho scoperto che di fronte a tante persone mi trasformavo: da timido che ero diventavo arrogante; da incompetente diventavo saccente, da parco di parole diventavo enfatico.
Non mi riconoscevo piu’, anzi mi stupivo a non capire piu’ chi veramente ero.
Sono stati gli anni 60 , gli anni in cui ho visto ragazzi timidi scardinare I selciati delle strade per lanciare alla cieca pietre spigolose da due chili durante manifestazioni.
E ho visto teste fracassate da queste pietre di altri ragazzi timidi come loro, e di poliziotti e di donne e bambini di passaggio.
E sentire poi questi ragazzi di buona famiglia o di semplici operai dichiarare, presi da soli, : ” non l’ ho fatto apposta, e’ stata la situazione che mi ha preso ! ”
Ed anche io, accanito Ghandiano non-violento a intromettermi in queste situazioni a mo di scudo per calmare gli animi, e non accorgermi che invece questo li esacerbava.
Ma l’ enfasi di quei momenti era forte ed anch’ io colpito da sassate, all’ ospedale sentirmi chissa cosa di fronte ai medici che da un lato mi ammiravano e dall’ altra mi compativano per tale incoscienza.
Ma allora il mio sconosciuto inconscio, il terribile demone che fa mascherare la paura con l’ esaltazione cieca dominava la mia immensa ignoranza dei valori della vita.
Poi son passati anni e decenni, il mondo cambiava e con esso anch’ io. La consapevolezza del mondo, della storia, della vita in me si e’ gradualmente aperta.
Sino a trovare un poco la capacita’ di convivere col mio sconosciuto e immenso inconscio.
L’ altra parte di me; quel 90 per cento di me che devo imparare ad amare, rispettare e soprattutto ad evitare di confrontarlo
impavidamente.
E qualcosa di quei tempi mi e’ rimasto: un certo tremore, un malcelato senso di sospetto quando sono di fronte a persone che manifestano enfaticamente la loro comprensibile ignoranza storica ed umana.

[18:50, 8/6/2018] Epi : Perche’ la storia non e’ cambiata e il bullismo imperversa tranquillamente dalla scuola alla societa.
La consapevolezza di se’ puo’ nascere confrontandosi con gli altri, ma sempre per specchiare in essi il proprio fragile io e, nel silenzio di se’ farlo arricchire.

 

[10:40, 9/6/2018] Simone :grazie

[11:29, 14/6/2018] Epi : Ragione e follia sono le due facce della psiche umana.
L’ arte e il coraggio di vivere e’ il gioco di esprimerle, accettarle, goderle entrambe.
Come fanno I bambini.
Nietzsche, quando parla di come l’ uomo puo’ divenire oltreuomo ( ubermensch ), non superuomo, descrive le tre metamorfosi da compiere .
L’ uomo cammello, partire dalla tradizione, dalle paure, dalle regole vissute intensamente per giungere alla ribellione interiore, al rifiuto e risvegliare in noi il secondo uomo.
L’ uomo leone che affronta coraggiosamente la vita e le regole per cambiarle, pagando di persona.
Ma questo non e’ ancora l’ uomo nuovo, l’ oltreuomo.
Deve compiere la terza metamorfosi: farsi bambino.
Vivere e giocare con la vita, col dolore e con la gioia come un bambino.
Col suo stesso candore.
Con la sua stessa follia.
Con la sua stessa innocenza.
Avessero capito questo quelli che hanno terribilmente frainteso cosa intendeva per oltreuomo.

[12:04, 14/6/2018] Epi : L’ ARTE DI VINCERE LA PAURA.

[12:05, 14/6/2018] Epi : MA IL VERO VINCITORE E’ IL BAMBINO.

Altre coversazioni di Epi:
Epi e Ferlinghetti
Epi e Montecarlo Meeting di Atletica

Cristiana Chessa illustratrice:
Questa è la rappresentazione dell’uomo, solo e di conseguenza spaventato, che si rende conto di essere per la maggior parte “pecora” e non leone come crede di essere quando si trova in gruppo.

Per il viso ho scelto il giallo e il viola perché mi ricordano sentimenti come il panico e l’angoscia.
Nella nuca ha uno scalpo a forma di “r”, (rappresenta la ragione) che a sua volta si trasforma in una “p” (ovvero nella paura) protetta da delle catene, dato che quest’ultima è ritenuta la fragilità della prima.
Nella “p” c’è inoltre una piccola porticina aperta, che simboleggia il cambiamento.
Sopra il soggetto c’è un gruppo di volti, (quelli della massa) tutti uguali e sicuri di loro stessi che trattengono il singolo individuo con una corda, il che si collega al concetto dell’unione fa la forza.
A sinistra è raffigurato il “sole dell’avvenire”

 

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