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Recensione : Duchamp – Nar

Dietro al nome DuChamp si nasconde una scienziata di radici italiane (ma di casa a Berlino) che riversa tutta la sua devozione (quasi religiosa) nei confronti della musica drone in questo suo primo album, Nar. Il disco, uscito per la sempre attenta Boring Machine, si compone di cinque brani di ampio respiro, dove il rischio di cadere in trance ipnotica è assolutamente elevato.

Apre il disco il dilatato evolvere di Gemini che, annichilendo con la sua immobilità sonora, ci rapisce poi con quel delicato e timido cantato dal sapore mistico che lentamente prende forma sullo sfondo. Protect Me From What I Want, giocata su suoni ancor più cupi e neri rispetto al precedente brano, si concede qualche impercettibile crescita, delineando immensi e aridi paesaggi, mentre la viscerale A Worship, ondeggiante e più varia, prova a creare strutture melodiche con il synth, prima di lasciare spazio alle basse frequenze (su cui trovano spazio desolate note di chitarra) di A Way To Grasp Joy Immediately.
Seisachtheia, infine, genera profondi stati d’angoscia, abbandonandosi ad un costante e crescente intersecarsi di chitarra baritona e sitar.

Il disco di DuChamp, scuro, dilatato e completamente incentrato su tematiche mistico/trascendentali/ipnotiche, riecheggerà nelle vostre orecchie per giorni e giorni. Potrebbe non essere facile riuscire ad addomesticare i suoni qui presentati, ma, con un po’ di pazienza e di apertura verso tutto ciò che differisce (anche significativamente) dalla classica forma canzone, vi accorgerete di avere tra le mani un piccolo gioiellino sonoro.

Tracklist:
01. Gemini
02. Protect Me From What I Want
03. A Worship
04. A Way To Grasp Joy Immediately
05. Seisachtheia

Line-ip:
DuChamp
Diego Ferri

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