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Recensione : Dor – In circle

I Dor descrivono molto bene e con grande immaginazione e delicatezza questi momenti rarefatti e rari, facili a perdersi e difficili da cogliere. Il ritmo delle canzoni compone un movimento totale che è il respiro stesso del disco, un qualcosa di molto particolare che è appunto la fusione fra diversi folclori, quello abruzzese e quello spagnolo.

Dor – In circle

” In circle” su Toten Schwan Records  è il terzo disco degli abruzzesi Dor, un progetto musicale nato nel 2019 dapprima con un componente unico che era Francesco Fioretti, ora coadiuvato dal bassista Mario Di Battista ex degli Ulan Bator, con l’aggiunta dal vivo di Alessandro Vagnoni di Bologna Violenta e di Gabriele Uccello degli Affluente. “in circle” nasce dall’incontro fra l’Abruzzo di Fioretti e il libro “Manoscritto trovato a Saragozza” del conte polacco Jan Potocki, pubblicato fra il 1805 e il 1814.

Potocki dedicò gran parte della sua vita alla stesura del libro, è uno stranissimo libro con un andamento a scatole cinesi, ambientato per la maggior parte nella Sierra Morena spagnola fra spiriti, demoni e brutte avventure notturne.

L’inquietudine presente nell’opera di Potocki la possiamo ritrovar ampliata in questo lavoro in bilico fra folk spagnolo e italiano, tenebre e sottili inquietudini che ci rapiscono quando chiudiamo gli occhi. Se si dovesse definire il genere, anche se ve ne sono di diversi al suo interno, forse la definizione migliore sarebbe folk onirico, perché l’impasto sonoro creato dai vari strumenti e dalla voce è davvero di un altro mondo.

Ci sono evidenti influenze spagnole come nella traccia d’apertura, “Horowitz” che potrebbe benissimo essere il manifesto programmatico del disco, ma qui tutto è un programma che rappresenta quello che meno ci aspettiamo. Abruzzo e Spagna, spiriti maligni comuni ed affini, perché il buio delle campagne è uguale e vivo ovunque, come se chi vivesse in campagna fosse consapevole di vivere vicino ad un confine fra il nostro mondo e un altro, quello che prende vita quando cala la luce e altri occhi vedono molto meglio dei nostri. I Dor descrivono molto bene e con grande immaginazione e delicatezza questi momenti rarefatti e rari, facili a perdersi e difficili da cogliere.

Il ritmo delle canzoni compone un movimento totale che è il respiro stesso del disco, un qualcosa di molto particolare che è appunto la fusione fra diversi folclori, quello abruzzese e quello spagnolo.

Grazie a questo incontro reso possibile attraverso la scelta di suonare un folk moderno che usa le tradizioni innovandole per continuare a farle vivere. “In circle” è un viaggio fra i vari misteri dentro i quali abbiamo vissuto per la maggior parte della nostra vita su questo pianeta ma che abbiamo provato a dimenticare, eppure come ci riportano dalla mente i Dor con questo disco delicato e al contempo senza pietà, era ciò che ci permetteva di meravigliarci e di andare oltre la nostra natura.

Lavoro senza tempo e con una visione musicale assai rara, che riporta l’uomo dentro la meraviglia e ciò che non si conosce, con un approccio non comune e assai particolare.

Bestie, uomini, donne, flussi, fluidi e la natura per quella che è. Noi.

 

Dor – In circle

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