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Recensione : Def Leppard with The Royal Philharmonic Orchestra – Drastic Symphonies

Quello che risalta maggiormente in questo lavoro è il lato pop del gruppo, quella veste elegante e seducente che hanno gran parte dei brani dei Def Leppard e che qui esplode in tutta la sua bellezza arricchito dalla superba orchestrazione, superiore a quella di tantissimi altri esperimenti simili.

Def Leppard with The Royal Philharmonic Orchestra – Drastic Symphonies

Molti gruppi si sono cimentati nel suonare dal vivo con un’orchestra, impresa assai difficile e che non garantisce un sicuro successo, anzi.

Alcuni grandi nomi hanno avuto non poche difficoltà ad integrare la loro musica con quella di una formazione classica, altri ensemble ne sono usciti addirittura milgiorati e quest’ultimo è il caso dei Def Leppard con la The Royal Philarmonica Orchestra di Londra con “Drastic symphonies” in uscita a maggio 2023 su Universal Music. Il gruppo nato a Sheffield nel 1976 ha avuto una carriera unica e inimitabile, con moltissime luci e qualche ombra, ma soprattutto ha avuto un impatto devastante sulla musica hard rock con influenze pop.

Attraverso il suono dei dischi come “High’n’dry”, “Pyromania”, “Hysteria”, “ Euphoria” solo per citarne alcuni, il gruppo ha tracciato un percorso granitico e di vera innovazione attraverso la tradizione, facendo innamorare tantissimi ascoltatori in tutto il mondo. Qualcuno potrebbe obiettare che i Def Leppard hanno sempre portato avanti un suono più o meno sempre simile, puntando sull’identificazione pressoché totale dei fans con esso.

Può anche essere come sopra ma questo disco è una scommessa vinta, un mettersi in gioco attraverso qualcosa di inedito e anche di scivoloso, perché con un’orchestra la figuraccia è sempre dietro l’angolo.

Invece grazie al grande lavoro del gruppo, dell’orchestra e dei produttori Ronan McHugh e Nick Patrick ( già produttore di altri albums della Royal Philarmonica Orchestra con altri gruppi e solisti), e con i grandiosi arrangiamenti di Eric Gorfain già con Christina Aguilera e Ryan Adams fa gli altri, i Def Leppard stravolgono le loro canzoni migliori e gli fanno assumere tutta un’altra veste.

Il lavoro dietro a questo disco è durato praticamente un anno, dato che la The Royal Philarmoncia Orchestra ha inciso negli Abbey Road Studios nel 2022, e poi il gruppo ha messo mano alle proprie composizioni, cambiando arrangiamenti, togliendo qualche pezzo di qualche strumento per adattarlo all’orchestra.

Il risultato è qualcosa di totalmente inaspettato e di altisonante. Le canzoni più famose dei Def Leppard come “ Pour some sugar on me” e “Hysteria” diventano ancora più magiche, con l’orchestra che si amalgama perfettamente e non sovrapponendosi semplicemente al gruppo. Le parti orchestrali fanno risaltare maggiormente il grande lavoro compositivo che hanno sempre fatto i ragazzi di Sheffield, con quelle armonie ariose e fortemente pop che qui raggiungono il loro culmine, perché i Def Leppard nell’hard rock sono sempre stati un gruppo differente e qui si sente perfettamente.

Gli arrangiamenti funzionano alla perfezione e la musica dei Def Leppard ne acquista tantissimo in profondità, esplorando derivazioni inedite del loro timbro musicale.

Quello che risalta maggiormente in questo lavoro è il lato pop del gruppo, quella veste elegante e seducente che hanno gran parte dei brani dei Def Leppard e che qui esplode in tutta la sua bellezza arricchito dalla superba orchestrazione, superiore a quella di tantissimi altri esperimenti simili. “Drastic symphonies” è un disco molto ricco, con un’anima orchestrale e persino barocca in certi punti, nel senso positivo della parola barocco.

Spesso l’incontro fra i Def Leppard e l’orchestra diventa magico e fa risaltare al meglio il lavoro di entrambi gli elementi di questo disco. Un disco che sarebbe un’ottima colonna sonora per tanti grandi film.

Def Leppard

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