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Recensione : Cage The Gods – Badlands

Dai britannici Cage The Gods un album di hard rock americano tutto da scoprire.

Cage The Gods – Badlands

L’hard rock regala, se si è capaci di muoversi nel suo fantastico mondo, perle che un appassionato come il sottoscritto sente il dovere di divulgare in modo che il maggior numero di persone abbiano la possibilità di apprezzare band ed album che, altrimenti, rimarrebbero nel limbo.

Ne è un esempio questo bellissimo debutto su lunga distanza, dal titolo Badlands, dai Cage The Gods, band britannica che ha dato un seguito ad un Ep uscito a lo scorso novembre e che, purtroppo, non ha ancora trovato un importatore europeo, cosa che rende problematica la ricerca del lavoro nei consueti negozi di dischi, limitandone il reperimento solo su importazione o nei meandri del web.
Badlands contiene una dozzina di brani che riconciliano con l’hard rock, quello delle super band che fecero sfracelli a cavallo tra i due decenni ottanta/novanta, stradaiolo quanto basta, bluesy e ruffiano come potevano esserlo i primi Bon Jovi o le band del Sunset Strip più votate alle atmosfere southern e meno glam- oriented (Cinderella).
Attenzione però, il quartetto non risulta un mero clone, ma aggiunge sapientemente elementi (specialmente nelle ritmiche) di stampo moderno, risultando piacevole anche ai rockers più giovani e meno legati a sonorità datate.
Ne esce così una piacevole immersione nel sound di stampo americano sicchè l’album, senza particolari picchi, risulta comunque ben fatto e i brani godono di un buona orecchiabilità, portandoci quasi involontariamente a canticchiare questo o quel ritornello.
Mattatore del disco e’ il cantante di origine irlandese Peter Comeford, la sua timbrica calda dona buone sensazioni nelle varie ballad e la giusta grinta nelle song più graffianti, vicino alla prima versione del buon Bon Jovi, non quello bolso degli ultimi anni tristemente votato al pop di MTV.
Favourite Sin, brano d’apertura da cui la band ha estratto un video, Sacrifice, la title-track, A Thousand Times, bell’incrocio tra tradizione e modernità, e Promises, sono le song più riuscite e che maggiormente fanno risaltare i pregi, molti, di questo buon ensemble del quale consiglio di reperire il disco a tutti gli amanti dell’hard rock classico.

Tracklist:
1. Favourite Sin
2. The Ending
3. Sacrifice
4. Badlands
5. Trouble Reigns
6. Bruce Willis
7. Falling
8. A Thousand Times
9. One More Taste
10. What’s Left Of Me
11. Promises
12. Sacrifice (acoustic)
13. Wake Up

Line-up:
Peter Comeford – Vocals
Jam – Guitars
Mitch Witham – Bass
Colin jones – Drums

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