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Recensione : Bloodway – Mapping The Moment With The Logic Of Dreams

Dedito ad un metal estremo dai tratti progressivi e avanguardistici, il gruppo di Bucarest si disimpegna bene su un terreno decisamente insidiosi mostrando diversi spunti che, se resi più organici, nel prossimo futuro potrebbero fornire risultati insperati.

Debutto su lunga distanza per i rumeni Bloodway, band attiva da poco più di un anno fondata dal musicista, nonché rinomato grafico, Costin Chioreanu (è opera sua infatti il notevole artwork dell’album).

Dedito ad un metal estremo dai tratti progressivi e avanguardistici, il gruppo di Bucarest si disimpegna bene su un terreno decisamente insidiosi mostrando diversi spunti che, se resi più organici, nel prossimo futuro potrebbero fornire risultati insperati.
Mapping The Moment With The Logic Of Dreams è infatti è un album complesso e intricato, come è lecito attendersi quando si sceglie questa strada e, in certi momenti, si rivela davvero difficile da assimilare a causa delle numerose digressioni che, se da una parte arricchiscono di imprevedibilità il sound, dall’altra lo rendono talvolta frammentario.
Così, tra colpi di genio e momenti interlocutori, si arriva alla fine senza aver ben capito cosa si sia ascoltato (se metal o rock, se black o post qualcosa), cosa di per sé sicuramente non deprecabile ma che può rendere molto arduo per i Bloodway trovare una collocazione più o meno approssimativa e, da lì, potersi rivolgere ad una fascia di pubblico ben definita.
Infatti, se in certi momenti pare prevalere l’aspetto avanguardistico quale trave portante (Walking Past Near the Lighthouse, Early Glade Test Pilot e Garden of Diurnal Fractals) subito dopo si viene immersi in passaggi di trascinante rock trasfigurato e straziato dalla voce stridula ed esasperata di Costin (The Transfinite Castaway, Mirror Twins e la title track).
La massima espressione dell’album è, però, un brano magnifico come A Hallow Bridge, in cui un sax fa la parte del leone sostituendo di fatto la voce, emulandola nel suo effetto lancinante e andando aspezzare trame oscure dai vaghi richiami morriconiani.
Dopo ripetuti ascolti l’album tende in ogni caso a prendere quota e si finisce per apprezzarne il sound sia quando risulta più omogeneo, rivestendosi di una patina avantgarde black/post metal, sia quando si lancia in sghembe cavalcate metalliche.
I Bloodway offrono una prova senza dubbio valida e non convenzionale, in linea con le uscite della I, Voidhanger, ma ritengo che l’utilizzo di uno stile vocale così urlato e disturbante alla lunga possa rivelarsi, al di là della sua indubbia peculiarità, un ostacolo alla fruizione del lavoro per ascoltatori dai gusti più delicati.
Comunque sia un’opera piuttosto intrigante.

Tracklist:
1. Seeding Distance
2. The Transfinite Castaway
3. Walking Past Near the Lighthouse
4. Mirror Twins
5. Early Glade Test Pilot
6. A Hallow Bridge
7. Garden of Diurnal Fractals
8. Mapping the Moment with the Logic of Dreams

Line-up:
Mihai Andrei – Bass
Para – Drums
Costin Chioreanu – Guitars, Vocals

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