Sono ancora nervosi, esuberanti ed elettrici – musica per le nostre orecchie, è proprio il caso di dire – e lasciateli fare: che nessuno si azzardi mai ad ammorbidire il loro sound né a renderli parte del calderone fighetto del post-post-post punk modaiolo di ultima generazione.
A distanza di quasi quattro anni dal loro album di debutto omonimo (per il quale, già all’epoca, chi vi scrive si era “preso una cotta”, e molto prima che venissero elogiati dal frontman dei Green Day e notati dagli Hives, che se li sono portati in tour con loro) tornano i londinesi Bad Nerves, la finta “jazz band di Skid Row” che dal 2015 è fautrice di incendiari assalti garage rock/punk imbevuti di uncini melodici e fragranze power pop (di cui si può avere una valida testimonianza nel 10″ dal vivo “Alive in London“, pubblicato lo scorso anno) una fomula confermata anche nel loro secondo Lp, “Still nervous“, uscito a fine maggio sulla label olandese Suburban records.
I cinque giovinastri (Bobby Bird, Will Power, Jon Poulton, Sam Thompson e George Berry) sanno il fatto loro e, ancora una volta, riescono a registrare un disco di rock ‘n’ roll coi controcazzi, in cui tutto è calibrato al punto giusto, dalle scariche di punk rock adrenalinico a metà strada tra Ramones, Saints, Jay Reatard e Buzzcocks (l’iniziale “Don’t stop“, “Antidote“, la sardonica “USA“, “You’ve got the nerve“, “Plastic rebel“, “Television“, “Jimmy the punk“, “Alright“, “Too lazy to love“) ai momenti più elaborati, contraddistinti da un power pop anfetaminizzato (“Sorry“, “You should know by now” e la conclusiva “The kids will never have their say“).
Se cercate un efficace antidoto alla monnezza dei “tormentoni estivi” che inquinano l’etere (e la salute di chi, forzosamente, è costretto a subirne il loro bombardamento mediatico) questo disco può decisamente fare al caso vostro.
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