Uno degli album più interessanti e anche sottostimati usciti nel corso del 2023 è stato il secondo full length dei finlandesi Asphodelus; Sculpting from Time arriva a 4 anni dal precedente Stygian Dreams e presenta un sound che chiaramente è classificabile come death doom ma ciò che rende più avvincente il tutto è il gradevole e quanto mai appropriato sentore old school che ammanta tutti i brani, senza che questo vada in qualche modo a pesare sulla freschezza dell’opera.
Ad accentuare l’impressione di ascoltare un album ben radicato negli anni ’90, sia come impostazioni che sonorità, è anche la voce di Jari Filppu che ricorda non poco quella del primo Johan Edlund con i suoi imprescindibili Tiamat; tutto ciò depone a favore di un album che si non si allinea al tipico death doom melodico espresso ai massimi livelli da molte band conterranee degli Asphodelus, i quali invece lasciano ampio spazio a un impatto più ruvido e privo di particolari fronzoli ma sempre molto efficace e, in ogni caso, tutt’altro che scevro di brillanti sviluppi armonici.
Tutte queste caratteristiche sono percepibili fin dalle prime note del brano d’apertura Waterside e da lì in poi l’album si snoda in maniera assolutamente gradevole e senza particolari momenti di stanca, fatto salvo il breve e superfluo interludio The Moon in Pisces; Sculpting From Time offre quasi tre quarti d’ora di musica caldamente raccomandata a chi predilige sonorità meno allineate alle tendenze di un sottogenere che talvolta ammicca al death melodico, laddove la tecnica finisce per essere anteposta a quella spontaneità che, nel caso degli Asphodelus, diviene l’autentico punto di forza, consentendo agli ascoltatori di essere raggiunti senza sofisticazioni da un carico musicale oppressivo e potente ma, allo stesso tempo, di buona fruibilità.
2023 – Hammerheart Records