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Recensione : Aq – Pd Crossing Quartet – Low Coast

Il jazz non lo tieni, è un substrato di energia che ribolle e che prima poi esce in lava.

Torna la Indijazzti Records, una delle etichette italiane che stanno lavorando meglio in ambito jazz e black music, con questo disco di debutto dei AQ-PD Crossing Quartet.

Il gruppo nasce, come si può chiaramente evincere dalla ragione sociale, fra Padova e L’Aquila, da un’amicizia nata sui banchi dei Conservatori di Padova ed Amsterdam.
Lo scopo di questo gruppo è riportare il jazz al popolo,ed è ampiamente condivisibile.
La vulgata fa del jazz una strana musica per fighetti o per persone impomatate che vogliono esprimersi in maniera troppo difficile per le masse; i musicisti jazz e anche organizzatori e produttori sono un po’ colpevoli di questo, poiché hanno spostato a volte per convenienza il jazz dai luoghi popolari per portarlo in angusti salotti.
Ma il jazz non lo tieni, è un substrato di energia che ribolle e che, prima poi, esce in lava come accade per questo disco, fatto con somma competenza, grandissimo amore e tanta voglia di mostrare cosa è davvero il jazz.
L’AQ-PD Crossing Quartet raggiunge l’obiettivo, anzi, lo supera ampiamente dando vita ad un disco davvero piacevole e pieno di radici e di rami proiettati verso il futuro.
Il disco è composto totalmente di inediti e colpisce la facilità e la bravura compositiva di questi ragazzi.
Questo lavoro è davvero una boccata di ossigeno, poiché è un progetto che parte dal basso per portare in alto l’ascoltatore, per fargli vedere che ehi, siamo qui e suoniamo un cazzo di jazz che potrebbe piacervi, e sai qual’è la storia nuova? Che non siamo incravattati e non suoniamo in posti da 20 euro la consumazione; così la direbbero in un ghetto di Baltimora, ma ormai i ghetti ce li abbiamo pure qui e allora sotto col jazz popolare.
E poi, permettetemi una nota a margine della quale magari non ve ne fregherà nulla, ma vedere il contrabbassista Marco Storti nel video di Low Coast con la felpa dei Fear Factory (disco di grazia “Demanufacture”) davvero fa godere tanto.

Tracklist.
1. A Shade Of Grey
2. Kefir
3. Low Coast
4. 30 / 8
5. Foreglance
6. Fallin’Up
7. Bellyache
8. Mulk

Line-Up:
Leonardo Mezzini – Chitarra Elettrica
Emanuele Pellegrini – Piano
Marco Storti – Doppio Basso
Stefano Cosi – Batteria

AQ-PD CROSSING GATE

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