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Recensione : Tir – Awaiting the dawn

Tir riesce a fondere insieme le istanze più leggere e minimali del dungeon synth, genere meraviglioso e che nasconde una varietà di gemme e di pazzie incredibili, con la sua personale cifra di neofolk e darkfolk, con un risultato unico e bellissimo.

Tir – Awaiting the dawn

Tir è il nome artistico del musicista turco Oytun Bektas, ora di stanza in Australia. Tir è il suo progetto neofolk e dungeon syhth, con una forte venatura dark. “Awaiting the dawn” sull’australian Orko Productions è la sua seconda uscita dopo “Urd, Skuld & Verdandi” del 2019.

Questo bardo turco ci porta con la sua musica dolcemente malinconica e rarefatta in un’altra era, in una dimensione differente dalla nostra, dove gli elementi la fanno ancora da padroni e le nuvole sussurrano agli uomini che le sanno ancora ascoltare. Il neofolk è un genere molto soggettivo, certamente vi sono dei canoni da rispettare se vi vuole aderire e lo si può sentire subito, e partendo da questo assunto ci si può aggiungere molto di personale, arrivando a farne una cosa molto personale, quasi fosse un marchio musicale.

Tir riesce benissimo in questo e produce un album magico, dal forte richiamo medioevale e decisamente rivolto verso nord, e diretto soprattutto alla nostra anima.

Ascoltando il lavoro si viene avvolti da una musica che non ha fretta, che non deve dimostrare nulla, ma che è un mezzo per evadere, per riscoprire sensazioni e per far stare bene la nostra anima.

Si potrebbe forse pensare che fin troppi hanno la pretesa di massaggiare le nostre anime, ma Tir senza alcuna invasione lo fa in maniera naturale, ascoltando la sua musica e chiudendo gli occhi si possono immaginare tantissime cose, e ognuno immaginerà cose diverse, ma il richiamo fantasy è fortissimo. “Awaiting the dawn” ci fa sedere in una corte antica, dove il bardo suona, narrando attraverso la musica le tradizioni e il legame con la natura e con le cose. La musica di Tir è quasi tutta strumentale a parte qualche parte cantata molto bene da Thomas Helm.

Tir riesce a fondere insieme le istanze più leggere e minimali del dungeon synth, genere meraviglioso e che nasconde una varietà di gemme e di pazzie incredibili, con la sua personale cifra di neofolk e darkfolk, con un risultato unico e bellissimo.

Fra nebbie, luci, prati incontaminati, litanie per i morti e tanto tantissimo altro, un disco assolutamente e volutamente fuori dal nostro tempo, per dimostrare che la bellezza in musica è ancora possibile se la si cerca.

Tir Awaiting the dawn

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