Forse si tratterà di solidarietà e vicinanza tra popoli mediterranei o del comune sentire che deriva dall’aver segnato, sia pure in epoche diverse, la storia della civiltà, fatto sta che ogni prodotto musicale proveniente dalla Grecia riesce sempre a fornirmi sensazioni gradevoli, in particolare quando vede il coinvolgimento di uno dei simboli della scena ellenica, ovvero Sakis Tolis.
Nell’ultimo periodo il leader dei Rotting Christ ha prima omaggiato della sua presenza l’interessante esordio dei connazionali Nekkar e, successivamente, ha ulteriormente impreziosito l0 splendido Necrogod dei nostri Ecnephias, ma l’instancabile chitarrista e cantante, riappropriatosi del suo antico nickname Necromayhem , ha pensato bene dopo otto anni di silenzio di riportare in vita, assieme al suo vecchio sodale Magus Vampyr Daoloth (o come diavolo si fa chiamare a seconda dei casi …), il datato progetto black metal Thou Art Lord.
Dopo il rientro in line-up del vocalist Gothmog, che aveva prestato il suo growl fino ad “Apollyon” (1996), e il reclutamento del chitarrista-tastierista El e del drummer Maelstrom, la storica band greca dà alla luce il suo quinto full-length in vent’anni di storia e si può tranquillamente affermare che mai ritorno fu più gradito.
Sballottati tra uscite in ambito black, preannunciate dalle definizioni più fantasiose ed altisonanti, ognuna con la pretesa d’essere il lavoro più innovativo di un genere che, tutto sommato, trova semmai la sua ragione d’essere nella coerenza di chi lo suona, i Thou Art Lord in un colpo solo ridicolizzano gran parte della concorrenza con un lavoro impeccabile.
In The Regal Pulse Of Lucifer vengono rielaborati in una veste più attuale gli inevitabili riferimenti a Rotting Christ e Necromantia, che rappresentano una bella fetta di storia del metal estremo ellenico, passando attraverso brani furiosi come l’opener Nine Steps To Hell o Das Messer, il black-thrash di Politeia Daimonion, il mid-tempo di Artificial Malevolence, il fascino perverso e maligno della title track, di L’Evangelium De Diable e di Infernarium, le atmosfere evocative della conclusiva Fire And Blood e, soprattutto, il perfetto e magico impatto melodico di Justicia Profana.
Funziona senza intoppi l’alternanza vocale tra il growl di Gothmog, lo screaming classico di Magus e quello inconfondibile di Sakis/Necromayhem, così come si rivela impeccabile l’alchimia tra tutti i componenti della band consentendoci di godere di un nuovo capitolo di storia del metal di matrice mediterranea.
Oltre al piacere derivante dall’ascolto di The Regal Pulse Of Lucifer, resta alla fine la sensazione disarmante che questi musicisti siano riusciti ad incidere un disco di questa levatura senza fare neppure troppa fatica, tale è la loro competenza e conoscenza della materia trattata.
Se cercate misantropia plastificata proveniente dall’estremo nord passate oltre, se al contrario volete godervi una quarantina di minuti d’arte “nera” questo è ciò che fa per voi.
Tracklist :
1. Nine Steps to Hell
2. Politeia Daimonion
3. Das Messer
4. The Regal Pulse of Lucifer
5. Artificial Malevolence
6. Justicia Profana
7. L’Evangelium de Diable
8. Infernarium
9. Fire and Blood
Line-up :
Morbid/Magus Wampyr Daoloth – Bass, Vocals
Necromayhem – Guitars, Vocals
Gothmog – Vocals
Maelstrom – Drums
El – Guitars, Keyboards
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