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Recensione : Thee Verduns – Le Catéchisme De La Joie, La Vie Entière

Atmosfere rarefatte e danze garage folk sfrenate accompagnate da una strumentazione volutamente semplice e scarna ma ricca di pathos che vi condurrà nel più deep east toxic country folk, lasciatevi traghettare!

Thee Verduns – Le Catéchisme De La Joie, La Vie Entière

Venghino venghino signori e signore per deliziare i vostri apparati uditivi con il deep east toxic country folk dei Thee Verduns.

Nonostante l’introduzione ad effetto, confesso di avere avuto un po’ di difficoltà ad inquadrarli in un genere ben preciso e la definizione di deep east toxic country folk, presa in tutta sincerità da una loro locandina, rispecchia in pieno il suono del duo originario di Metz , nord est della Francia.
Mr e Mrs Verdun, al secolo Nicolas Moog e Anne Cécile, sfornano questo lp firmato Kizmiaz Records a distanza di due anni dal 10” “Nos épaules”, coadiuvati in questa impresa da King Automatic , altro pilastro della Kizmiaz, per gli arrangiamenti di tastiera.
Il malinconico e felliniano carosello che segna l’inizio del viaggio, Guerrilla, fa pendant con la tormentosa copertina, opera dell’illustratore-tatuatore Jean Luc Navette – leggi Noire Méduse (autore anche della locandina del tour europeo della Jon Spencer Blues Explosion, giusto per capirci) introducendoci con timore reverenziale nel Catéchisme de la Joie.
Un paio di minuti e l’atmosfera si accende grazie a scoppiettanti scintille impazzite di matrice garage, L’élégance, per poi ripiombare a picco Sur la plus haute branche, la rumeur du pendu, navigando le acque del Mississipi su una barca in compagnia di Robert Johnson cullati dalle note di un malinconico blues totalmente avvolti da un’atmosfera esangue.
Sunday you need love, monday be alone è sicuramente il brano migliore dell’album composto intorno al tormentone mantrico riportato nel titolo e avviluppato da una ritmica folk punk minimalista e dal crescendo di organo di King Automatic.
Veloce cambio di strumento per Nicolas Moog e parte Bedtime prayer con un banjo indiavolato accompagnato da un tintinnante tamburello in puro stile Violent Femmes con tanto di coretto psicotico finale.
Tijuana Bibles sembra tratta da un unplugged dei White Stripes, privati della loro elettricità ma non per questo meno efficaci. The Tucson robbery bank è una sussurata e corale riflessione malinconica prima del gran finale frat rock, gitano e zingaresco, di Quand le vin est tiré e Les mers du nord.
Il duo si congeda con Le guépard du colonel, epilogo che riassume l’anima dell’intero album sempre altalenante tra atmosfere rarefatte e danze garage folk sfrenate accompagnate da una strumentazione volutamente semplice e scarna ma ricca di pathos, lasciatevi traghettare!

Tracklist:
1. La guerilla
2. L’élégance
3. Sur la plus haute branche, la rumeur du pendu
4. Sunday you need love, monday be alone
5. Bedtime prayer
6. Tijuana Bibles
7. The Tucson robbery bank
8. Quand le vin est tiré
9. Les mers du nord
10. Le guépard du colonel

Line-up:
Mr Verdun (Nicolas Moog) – Vocals, Guitars, Banjo
Mrs Verdun (Anne Cécile) – Backing vocals, Drums
King Automatic – Keyboards special guest

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