I Thedus vengono da Parma e “Hypnosis” su Argonauta Records è il loro primo disco sulla lunga distanza dopo il primo ep omonimo. I ragazzi di Parma esplorano in maniera incredibile le connessioni sonore fra doom, post metal e sludge tanto per dare delle coordinate, ma vanno molto a fondo creando un ibrido sonoro molto potete ed unico.
Il trio fa musiva strumentale molto affascinante e piena di immagini molto forti, viaggiando fra distorsioni e colpi di una sezione ritmica notevole.
I Thedus riescono nella difficile impresa di coniugare potenza, melodia e un certo modo di fare sludge metal che pochi gruppi possono vantare. Il primo impatto con “Hypnosis” è molto forte e crea un’immediata connessione con questo lavoro che ha una profondità quasi vertiginosa in certi momenti.
Andando avanti con l’ascolto ci si accorge che ogni canzone è un’esperienze a sé stante, con una furia sonora che si compie nella grandezza fisica che riescono a dare alle loro canzoni, composte sempre in maniera da non essere mai noiose o scontate. Entrando in questo disco non si può mai sapere da che parte si possa finire, e anzi si viene trasportati e quando si perde il controllo accadono le cose migliori, come ad esempio dalla metà in poi del brano “Stranger lights” che è un piccolo assaggio di cosa possano fare i Thedus.
La loro impronta sludge è molto marcata ed ‘ è la vera colonna portante di questo disco, il passo del gruppo parmigiano è di quello che sanno dare solo i grandi gruppi sludge, quell’unione di distorsione, potenza e melodia che non è affatto facile da trovare. “Hypnosis” è il lavoro che stavano aspettando gli amanti del rumore, o meglio del fragore distorto che si trova in pochi dischi, e questo è uno fra quelli.
Una delle vere sorprese in una miriade di uscite stereotipate, un disco che scalcia fortissimo.
Immergersi in questo rumore è un gande piacere, avere le orecchie colme di cambi di velocità, di un tono della chitarra così azzeccato e di una grande armonia nel caos.