Horrorpunk da un gruppo storico del genere, e chitarre tra gli Usa e l’India.
THE OTHER
“Alienated” su Fiend Force Records e Massacre Records è il ritorno discografico dei tedeschi The Other, uno dei migliori gruppi a livello mondiale di horror punk.L’horror punk è un sottogenere di nicchia del punk, inventato dal nulla dai Misfits e dai The Cramps per celebrare un matrimonio che s’aveva da fare fra l’immaginario horror e il punk, dove il punk andava a porre il punto esclamativo sotto alcune tematiche orrorifiche.
Nel corso degli anni questo genere è stato modificato e portato avanti da gruppi validi o meno, e fra questi hanno spiccato fin dalla loro fondazione a Colonia nel 2022 i The Other, e la spiegazione è racchiusa nei loro dischi e in questo in particolare, dato che “Alienated” è un deciso ritorno al suono delle loro origini, come ha recentemente affermato il cantante Rod Usher, e questo ritorno si sposa con il rinnovamento con una nuova formazione. I The Other, che nacquero come gruppo di cover dei Misfits, riescono a mettere assieme melodia, malinconia e dolcezza con i suoni ruvidi del punk melodico, e l’insieme che ne scaturisce è un disco ben strutturato, con melodie meravigliose e con un’aura che tiene incollato l’ascoltatore. Ogni traccia delle tredici incluse nel disco potrebbe essere un potenziale singolo, e tutte funzionano molto bene sia da sole che nell’insieme del disco.
Notevole è la quarta traccia in tedesco “Hier sein”, la lingua nativa del gruppo funziona molto bene con il loro horrorpunk.
Questo ultimo lavoro è uno dei più riusciti nella discografia del gruppo, un gran bel ritorno a sonorità pienamente horror punk, un piacere proibito che chi se lo concede lo ama, e amerà questo disco che è uno dei miglior episodi del sottogenere degli ultimi dieci anni. Il disco uscirà per la data horror punk per eccellenza, il 31 ottobre, quando i nostri suoneranno nella loro Colonia.
SIR RICHARD BISHOP
Sir Richard Bishop è uno dei maggiori virtuosi e avanguardisti della chitarra moderna. Ai più è noto per i lavori con il suo gruppo Sun City Girls, con la quale ha prodotto qualcosa come cinquanta dischi e tantissimo altro fino al 2007. La sua carriera solista era cominciata nel 2005 già prima dello scioglimento del gruppo, e continua con questo nuovo episodio discografico “Hilbilly ragas” su Drag City, dove a partire già dal titolo, la tradizione americana dell’hillbilly incontra la struttura musicale indiana del raga, che è particolare.
Come affermato dallo stesso Bishop, questo disco è una discesa nella parte oscura della foresta, là dove le forze primeve sono più forti ed hanno mantenuto la loro potenza originaria. Lo stile chitarristico di Sir Richard è unico ed originale, e quei raggiunge uno dei suoi apici. A differenza di molti altri virtuosi delle sei corde lo stile di Sir Richard Bishop lo porta a guardare molto più alla sostanza che alla forma, lui crea un magma sonoro gentile e caloroso, che guisa l’ascoltatore ad un viaggio particolare e molto personale, lui regala stimoli poi ognuno li usa come vuole.
Questo disco è un disco visionario e che crea visioni molto potenti, Sir Richard riesce a creare fantascienza ed altro partendo dalla tradizione chitarristica americana, che qui è vista e vissuta come punto di partenza per un’esplorazione sonora pazzesca, se si pensa che viene effettuata unicamente con la chitarra, che grazie al musicista americano diventa come e più di molto strumenti.
Il risultato è un disco che esplora forme sonore e motivi chitarristici bellissimi e che portano lontano, un’altra grande prova di uno spirito musicale fortissimo e che straripa in tanti rivoli, quello di Sir Richard Bishop, uno degli ultimi creatori di mondi sonori in un’epoca che ne è sempre più povera.










