I The Great Northern X (Marco Degli Esposti, Filippo Arzenton, Cristan Arzenton, Fulvio Veronese), somma delle band Art Of Wind e Flap, debuttano con un album omonimo: sette canzoni a passeggio su sentieri cari a Neil Young e Sunny Day Real Estate.
Song Of Wool apre con voce sussurrata e sottili linee di chitarra, senza mai scomporsi esageratamente, delineando uno scenario complessivamente solare e caldo. Saigon, più evocativa (con la chitarra acustica a dare un tono più orientato all’America e al country), rapisce il cuore, come la successiva Loser Song (anche se più impregnata di distorsione). Stranger, più introversa, ondeggia tra strofe molto delicate e ritornelli vigorosi (vedi coda strumentale), lasciando poi spazio a Rat e alla sua maggior delicatezza, come calme onde lunghe che si abbattono sulla costa. Sickness Of The Great Nothing si mantiene su toni pacati, alzando un poco la temperatura nella parte centrale e lasciandosi guidare maggiormente dall’incedere della batteria e dalla melodia dell’armonica. Infine, The Seventh Tale conclude partendo da lidi caldi e sicuri, fino ad approdare in gradevoli (ma graffianti) temporali.
I The Great Northern X, con questo debutto, si ritagliano un interessante spazio all’interno del panorama musicale italiano. Le sette canzoni, molto orecchiabili, semplici all’ascolto ma corpose nel loro essere, riprendono il sound alternative rock anni ’90, intrecciando Neil Young con Sunny Day Real Estate e Smashing Pumpkins (per dare l’idea), mentre la voce ricorda i più attuali Iori’s Eyes. Insomma, un disco ben suonato, un ascolto decisamente piacevole.
TRACKLIST:
01. Song Of Wool
02. Saigon
03. Loser Song
04. Stranger
05. Rat
06. Sickness Of The Great Nothing
07. The Seventh Tale
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