iye-logo-light-1-250x250
Webzine dal 1999
Cerca
Close this search box.

Recensione : Tearless – Step Into Darkness

Step Into Darkness risulta un ottimo biglietto da visita non solo per il presente, ma anche per il futuro dei Tearless.

Tearless – Step Into Darkness

Nuova release in campo gothic metal per la WormHoleDeath che intuisce il grosso potenziale di questa band croata e ne stampa l’ottimo esordio dal titolo Step Into Darkness.

I Tearless nascono più di dieci anni fa, ma una miriade di problemi nella line-up li portano addirittura a cambiare nome, per poi tornare al vecchio monicker con cui incidono una manciata di demo.
Finalmente, dopo anni travagliati, la formazione trova la stabilità necessaria e il primo full length vede la luce in questo 2015.
Il genere trattato dai nostri, il gothic metal, potrebbe far storcere il naso ai più, ormai avviliti da centinaia di uscite che affollano il mercato, ma attenzione, perché quando c’è di mezzo l’etichetta nostrana, non bisogna mai dare nulla per scontato.
E infatti, Step Into Darkness si discosta di un bel po’ dalle normali uscite del genere, lasciando ad altri voci operistiche e facili melodie, sostituendole con un attacco frontale, formato da una batteria di fucilieri death metal, aggressivi e cattivi il giusto per non annoiare l’ascoltatore.
Ritmiche che tengono sempre alta la tensione ed il sapiente uso delle voci non lasciano scampo, ed i brani, anche quelli più in linea con il dark/goth (Dreams Of You), si mantengono grintosi e dal notevole impatto.
Direi che con questo lavoro si torna semplicemente alle origini del genere, quando le band, nei primi anni novanta, immettevano influenze dark gothic su un tappeto di musica estrema e non viceversa, lasciando sempre in evidenza la componente metallica, come ben evidenziato dai Tearless con brani devastanti come l’opener Deathwish, la title-track, Inside Your Raven Eyes e la superba Masquerade.
Davvero perfette e usate con sagacia le tre voci che sono protagoniste del lavoro, il growl bestiale e cattivissimo, la voce pulita che su Dreams Of You si avvicina al miglior Fernando Ribeiro (era “Irreligious”) e la voce femminile, usata alla pari di quella estrema e non protagonista assoluta come nelle produzioni odierne.
Non mancano attimi di intensi umori gotici, il piano a tratti conquista la scena con melodie melanconiche, ma sono attimi di quiete prima che la bestia torni a ruggire e le cavalcate ritmiche riconquistino il dominio sul sound del gruppo croato.
La band dopo le vicissitudini che hanno contraddistinto i primi anni della sua vita artistica, è pronta ora per ritagliarsi un posto nell’affollato mondo del metal underground e Step Into Darkness risulta un ottimo biglietto da visita non solo per il presente, ma anche per il futuro dei Tearless.

Tracklist:
1. Deathwish
2. Room of Broken Mirrors
3. Fallen We Are
4. Step into Darkness
5. Dreams of You
6. Inside Your Raven Eyes
7. Masquerade
8. As She Leaves Me All Alone
9. World of Shadows
10. Heart of December

Line-up:
Zlatko Kušter – Guitar, Vocals
Ivana Novak – Female vocals
MIran Špicko – Drums
Filip Babic – Bass Guitar, Vocals
Siniša Godinic – Lead Guitar
Rudolf Lovrencic – Keyboards

TEARLESS – Facebook

Get The Latest Updates

Subscribe To Our Weekly Newsletter

No spam, notifications only about new products, updates.
No Comments

Post A Comment

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

POTREBBE INTERESSARTI ANCHE

Kensington – Control

La band capitanata da Casper Starreveld ha creato un album che ha il destino già scritto prima di arrivare all’orecchio dei fans, una raccolta di canzoni pregna di atmosfere melanconicamente melodiche, con più di un riferimento al rock alternativo degli ultimi vent’anni, molto britannico concettualmente, ma assolutamente già sentito sui canali e radio specializzate in musica e cultura indie.

The Pier – The Pier

Per gli amanti del genere un album da ascoltare a più riprese, ed una band da seguire visto l’enorme potenziale artistico.

Somnium Nox – Apocrypha

Con coraggio e personalità i due musicisti australiani incorporano in un’unica opera quella che è stata l’evoluzione del genere dagli ormai lontani primi anni novanta