Altra band indiana (Mumbai) e ancora un dischetto di metal bello tosto, questo ultimo lavoro dei Systemhouse33, attivi dall’ormai lontano 2003 e arrivati con Depths of Despair al quarto lavoro tra mini e full-lenght.
L’avventura dei nostri inizia nel 2006 con “Discernement”, bissato da “Join the System” del 2008, “Thrive Live” del 2011 per arrivare nel 2013 a questo album di moderno thrash, dalle marcate influenze core, con i Pantera come padrini del loro suono aggressivo, infarcito di sano Groove e con Phil Anselmo e Dimebag Darrell (R.I.P) a fare da tutori.
Come gli Sceptre, anche i Systemhouse33 sono vicini ai drammi sociali del loro paese, descritti nei testi e aiutati da una violenta cascata di riff, ora più thrash oriented, molto simili al sound panteriano, ora più vicini al suono cadenzato ma pesantissimo delle band metalcore, chiaramente quelle meno cool e maggiormente “incazzate” come, per esempio, i mai troppo sopravvalutati Skinlab.
Dopo un intro strumentale, la title-track, song più panterizzata del lotto, ci consegna una band che, in fatto di tecnica, dice la sua con ritmiche molto varie e vocalizzi maledettamente aggressivi, pari ad un Phil Anselmo indemoniato.
L’album è molto corto e gli altri brani non si discostano di molto dai precedenti: Death Wish ha nel suo incedere un bel riff chitarristico, mentre la traccia migliore risulta Resistance, dove i suoni rallentano ai limiti del doom e la voce diventa un growl in puro stile death, per poi trasformarsi in una song dai richiami Machine Head.
Armistice è un brano strumentale che funge da outro e chiude un lavoro discreto, ben suonato e con buoni margini di miglioramento, specialmente nel songwriting.
Altro che paese della meditazione, l’India si candida come nuova frontiera del metal.
Tracklist:
1. Abstraction
2. Depths of Despair
3. Death Wish
4. Stark Revelations
5. Courtesy and Protocol
6. Resistance
7. Armistice
Line-up:
Leon Quadros – Bass
Daniel D’Souza – Guitars
Samron Jude – Vocals
Amogh Sharma – Drums
I Systemhouse33 propongono un metal moderno dai rimandi panteriani: altro che paese della meditazione, l’India si candida come nuova frontiera del metal.