Quando scrive questi racconti, attorno al ’70, Bukowski – amante del vecchio Hemingway – ha cinquant’anni, le tasche vuote, lo stomaco devastato e il sesso perennemente in furore.
Potrete leggere passaggi come questi:
• (…) arrivarono un sacco di persone insieme a lui – svariati funzionari della malora – pompieri, giornalisti, sbirri, la CIA, l’F.B.I. e vari altri esponenti della merda umana.
• (…) mio dio, mio dio, ritornare alla fabbrica, mio dio. Giorni sciupati, giorni senza senso, a combattere coi capisquadra, con tutti quegli idioti, con l’orologio lento e brutale.
• Solo i poveri conoscono il significato della vita; chi ha soldi e sicurezza può soltanto tirare a indovinare.
• (…) arriva il momento, nella vita di ogni uomo, in cui questi deve scegliere fra resistere o scappare. Io scelgo di resistere.
• I giornalisti sono la genìa più vile che c’è. Perfino quelli che vanno a frugare fra la mondezza hanno più anima di loro, ma senz’altro.
• I pesci piccoli se la pigliano sempre nel culo (…). Così è scritto nella storia.
• Omicidio legale. Il mondo intero si crogiola fra la merda del delitto legalizzato.
• La metà del salario se ne va in tasse e tributi. L’altra metà, in automobili, insulsi televisori, mogli stupide e assicurazioni varie.
• S’incomincia a salvare il mondo salvando un uomo alla volta. Tutto il resto è magniloquenza romantica o politica.
• Porta avanti gli studi per rinviare la chiamata di leva e il Vietnam. (…) Non è mica del tutto contrario alla guerra. Anche lui, come tanti, divide le guerre in buone e cattive. Voleva partire per la guerra arabo-israeliana. Ma era già finita prima che si decidesse. Quindi è ovvio che la gente seguiterà a scannarsi a vicenda: basta che scatti questo qualcosina, nel loro modo di ragionare. Scannare un vietnamita non è bene. Un arabo, sì.
• Crede che la rivoluzione scoppierà domattina. Può anche darsi di sì. Chi lo sa. Io gli ho detto che la rivoluzione deve cominciare da dentro, e non dal di fuori. Quando scoppia un tumulto, questa gente, la prima cosa che fanno, vanno a rubare un televisore. Vogliono lo stesso veleno che ha rincoglionito l’avversario. Ma lui non mi dà retta. Non vede l’ora di sparare.
• (…) molti rivoluzionari sono dei cazzoni, e NOIOSI, noiosissimi per soprammercato. Senti, non dico che il povero non vada aiutato, che l’ignorante non vada istruito, che il malato non vada curato, e così via. Quel che dico è che mettiamo paramenti sacerdotali indosso a questi rivoluzionari, quando tanti di loro sono gente malata, tormentati dai foruncoli, abbandonati dalle loro mogli, che vanno in giro con quei simboli di Pace attaccati a uno spago intorno al collo. Un bel po’ di loro sono solo degli opportunisti dell’ultim’ora, e sarebbero contenti di lavorare per la Ford Motori, se riuscissero a metterci il piede. Non mi va di passare da un cattivo governo a un altro governo cattivo: così succede già, a ogni elezione.
• (…) i bassifondi sono pieni di gente disincantata, emarginata; i poveri crepano all’ospedale perché i medici scarseggiano, per loro; le prigioni sono tanto piene di gente perduta e smarrita che non bastano le cuccette e i carcerati dormono per terra; non tutti possono vivere di carità; e i manicomi sono pieni zeppi perché una società che adopra la gente come pedine…
• Il mondo mi ha rubato molte ore, molti anni, buttati via in lavori monotoni e insulsi.
• (…) perlopiù i poliziotti provengono dai ceti medi inferiori, sono dei servi, non gli manca la bistecca, hanno una moglie con un culo e un par di gambe così così, una piccola casa tranquilla in Via della Merda: sono pronti a ammazzarti per dimostrare che Los Angeles aveva ragione.
• Duemila anni di cristianità e che abbiamo ottenuto? Poliziotti che cercano di tener insieme una merda che va in putrefazione, e che altro? Guerre a non finire, bombardamenti, grassatori per le strade, rapine, gente accoltellata, tanti pazzi che ne hai perduto il conto, non ci fai più caso, lasci che vadano in scorribanda per le strade, in divisa da poliziotti oppure no.
• (…) i brutti “viaggi” psichedelici sono dovuti al fatto che chi vi s’imbarca era già avvelenato. Dalla stessa società. Se un uomo ha preoccupazioni, per l’affitto, la rata dell’auto, il cartellino da timbrare, mandar il figlio all’università, portar l’amante a cena in un locale carissimo, l’opinione dei vicini di casa, il bene della patria, mio dio cosa accadrà a Brenda Starr, allora una compressa di LSD lo farà, probabilmente, impazzire perché, in certo senso, è già pazzo e tira avanti solo perché è trascinato dalla corrente, sostenuto dalla routine, intontito da tutto il fracasso che l’esenta dal pensare con la propria testa.
• Tante volte uno deve lottare così duramente per la vita che non ha tempo di viverla.
• Tutti abbiamo udito la donnetta che dice: “oh, è terribile quel che fanno questi giovani a se stessi, secondo me la droga è una cosa tremenda.” poi tu la guardi, la donna che parla in questo modo: è senza occhi, senza denti, senza cervello, senz’anima, senza culo, né bocca, né calore umano, né spirito, niente, solo un bastone, e ti chiedi come avran fatto a ridurla in quello stato i tè con i pasticcini e la chiesa.
Volete sapere qualcosa di più di questo libro? Tutti i racconti sono, rigorosamente, in prima persona e scaturiscono da esperienze dure, pagate tutte di persona, senza comodi alibi sociali e senza falsi pudori.
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Qualche informazione sul libro Storie di ordinaria follia di Charles Bukowski
Storie di ordinaria follia è una raccolta di 42 racconti di Charles Bukowski, pubblicata nel 1978. I racconti sono in gran parte autobiografici e raccontano la vita dell’autore, un cinquantenne disoccupato e alcolizzato che vive a Los Angeles. I racconti trattano una vasta gamma di temi, tra cui l’amore, il sesso, la solitudine, l’alienazione e l’accettazione di se stessi. Bukowski descrive la vita quotidiana di un uomo comune, con tutte le sue contraddizioni e i suoi eccessi. Sono caratterizzati da un linguaggio crudo e diretto, che non si cura di convenzioni o tabù. Bukowski non ha paura di affrontare i temi più difficili, come la violenza, la malattia e la morte. Storie di ordinaria follia è un libro controverso, ma anche un libro importante. È un ritratto spietato e commovente della vita di un uomo che ha cercato di trovare la propria strada in un mondo che non gli apparteneva.
Ecco alcuni dei temi principali dei racconti:
- La solitudine: I protagonisti dei racconti di Bukowski sono spesso soli e alienati dal mondo che li circonda. Sono persone che hanno fallito nelle loro aspirazioni e che si sentono incomprese.
- L’amore: L’amore è un tema ricorrente nei racconti di Bukowski, ma è un amore spesso tormentato e impossibile. I protagonisti dei racconti cercano l’amore, ma spesso si ritrovano a soffrire per amore.
- Il sesso: Il sesso è un altro tema importante nei racconti di Bukowski. Bukowski descrive il sesso in modo crudo e realistico, senza nascondere la sua natura animalesca.
- L’alcol: L’alcol è un elemento centrale nella vita dei protagonisti dei racconti di Bukowski. L’alcol è una forma di fuga dalla realtà e di autodistruzione.
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