Gran brutta bestia il blues.
C’è chi lo ha suonato qualche annetto orsono con un feeling pauroso.
Quel qualcuno aveva la pelle più scura della nostra ed era nato per farlo, difficile, molto difficile, per chi è pallido come noi raggiungere tali stratosferici livelli.
Ci vuole una dedizione smisurata, tanto cuore e tantissima attitudine; peculiarità che certo non mancano al romano Giulio Allegretti.
Il nostro – sia in versione one man band che (ottimamente) accompagnato – dimostra infatti di aver ben appreso la lezione dei colossi afroamericani.
Ne sono lampante dimostrazione le dieci canzoni che compongono questo disco uscito pochi mese fa.
Basterebbe il brano iniziale, che porta il titolo dell’album, per far capire di quanta intensità siano capaci l’autore ed i suoi sodali.
Ma anche il resto dei pezzi è di altissimo livello come la waitsiana Back to Me, la lenta e strascicata As the Sun Will Rise, la classe cristallina con la quale viene eseguita Firemen Blues, i ritmi leggermente accelerati (non dissimili a quelli degli Animals) di Who Cares per chiudere con l’apertura al vaudville di So Long.
E c’è poi No Peace che dell’album è il mio pezzo preferito è che – al solito – non vi spiego perché lo sia in quanto vorrei fosse vostra cura ascoltare per intero questo disco.
La voce molto ben modulata e penetrante dell’autore puntella alla grande tutti i brani portando un indubbio bonus all’intera operazione.
Gran brutta bestia il blues ma se presa per il verso giusto incredibilmente affascinante.