Solitude Project – Suicide Psychosis

“Suicide Psychosis” si rivela un lavoro già adeguatamente maturo e questo consente di annoverare i Solitude Project tra i nomi da tenere sotto stretta osservazione nel prossimo futuro.

Solitude Project – Suicide Psychosis

Nell’accostarmi a questa prima uscita su lunga distanza dei Solitude Project, la prima cosa che mi ha colpito è stata l’età media davvero bassa da parte dei componenti della band, dato che in realtà non traspare in maniera così evidente dalla musica contenuta in questo disco.

Intendiamoci, qualche ingenuità si manifesta nel corso dell’opera, ma del resto questo è un trappolone nel quale cadono musicisti ben più esperti, specialmente quando ci si trova alle prese con un genere particolare come il depressive black metal dalla consistente componente ambient proposto dai nostri.
Questo combo interregionale (i membri della band provengono da diverse zone del nostro Paese) ci presenta un lavoro dalla complessa accessibilità, sia per le tematiche trattate (Sucide Psychosis è un concept incentrato sulla deriva psicologica di una donna rinchiusa in un manicomio) sia per il sound scarno e asciutto accentuato da una produzione piuttosto low-fi, come da tradizione DSBM, che penalizza talvolta i passaggi più melodici. Nonostante le pecche tutto sommato secondarie appena evidenziate, l’album dei Solitude Project si rivela piuttosto affascinante, in particolare per chi non teme di doversi dibattere tra sonorità per nulla rassicuranti e volte ad evocare sentimenti di misantropia e di abbandono.
Con apprezzabile coraggio, Lord Sinister e soci non temono di cimentarsi in lunghi momenti di stampo ambient, come nel brano dall’eloquente titolo Cries In The Void”, che si rivelano comunque funzionali ad evidenziare lo strazio esistenziale della protagonista della storia.
Le due tracce più articolate, Suicide Psychosis e Sad Days In Solitude, sono decisamente ben congegnate nonché maggiormente intrise di atmosfere disturbate e screziate da sporadiche melodie di chitarra.
Outro è invece un brano strumentale che offre qualche illusorio barlume di speranza spento nel finale dagli scrosci di pioggia; la chiusura del disco però, smentendone il titolo, è affidata alla cover di Mental Central Dialog con la quale vengono omaggiati, in maniera sufficientemente personale, i Lifelover.
Nel complesso, Suicide Psychosis si rivela un lavoro già adeguatamente maturo e questo, anche alla luce della premessa iniziale, consente di annoverare i Solitude Project tra i nomi da tenere sotto stretta osservazione nel prossimo futuro.

Tracklist :
1. Intro – First Night in the Mental Asylum
2. Suicide Psychosis
3. Cries in the Void
4. Sad Days in Solitude
5. Outro – Last Night in the Mental Asylum
6. Mental Central Dialog (Lifelover cover)

Line-up :
Lord Sinister – Drum programming, Vocals
OnlyOne – Guitars, Synths
Heliogabalus – Bass

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