dal 1999

Recensione : Slow Earth – Latitude And 023

Gli svedesi Slow Earth, dopo aver pubblicato un paio di canzoni (diffuse a livello europeo), ritornano con il loro primo lavoro ufficiale, l'Ep Latitude And 023. Il disco, composto da cinque brani e un paio di bonus track, si muove su sonorità indie rock/post rock, catturando l'attenzione con le sue atmosfere delicate e rarefatte.

Slow Earth – Latitude And 023

Apre il disco il lento crescere di Identify (chitarre dilatate, poche note di pianoforte, voce e ritmiche sul finire) e l’accoppiata Self-Formed Intro/Self-Formed (teso nervosismo che sfuma in atmosfere più rilassate e ariose). My Pride, corposa e avvolgente, contrappone una prima parte densa di melodia ad una seconda più burrascosa e graffiante, mentre Change Nothing, dissonante e al limite del psichedelico, introduce una versione ancor più crepuscolare di Identify e una My Pride ben più composta e ordinata.

Le sette canzoni presentate dalla formazione svedese scorrono una dopo l’altra senza grossi intoppi. Manca il pezzo dal carattere forte che tenga inchiodati alle casse, ma per essere la prima pubblicazione della band, il livello qualitativo è comunque piuttosto buono. Promossi.

Tracklist:
01. Identify
02. Self- Formed Intro
03. Self-Formed
04. My Pride
05. Change Nothing

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