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Recensione : Skepticism – Ordeal

In un mondo che si muove a velocità parossistica e senza una direzione precisa, questi bizzarri e geniali musicisti fissano un punto d’arrivo ben preciso, un non luogo con il quale tutti, prima o poi, dovremo fare i conti

Dopo sette anni tornano a far sentire la loro voce i finlandesi Skepticism, considerati a pieno titolo quali veri e propri padri putativi del funeral doom .

Ordeal è solo il quinto full length in una carriera ultraventennale, ma tra questi (Stormcrowfleet, Lead And Aether, Pharmakon e Alloy) non ce n’è uno che possa essere definito trascurabile, essendo ognuno di essi una pietra miliare del genere, e non solo.
Gli Skepticism sono, quindi, tra quelli che hanno contribuito a dar vita a questo movimento musicale e, pur essendo di poco posteriori come nascita ai connazionali Thergothon, a differenza di questi nel corso degli anni hanno continuato a spargere il lugubre seme del funeral, senza curarsi di scadenze od obblighi contrattuali, semplicemente lasciando che la musica sgorgasse in maniera spontanea.
Ordeal è stato registrato dal vivo a Turku nel gennaio di quest’anno ed esce quindi nel doppio formato in cd/dvd; inutile dire che poter assistere all’incisione dal vivo di un disco di inediti, per di più in odore di capolavoro, non è cosa di tutti i giorni e, nonostante l’invidia provata nei confronti dei presenti all’evento, la possibilità di godere anche delle immagini è un regalo inatteso quanto prezioso.
L’impatto emotivo viene accentuato dalle immagini che riprendono i nostri nella solita configurazione sul palco, con Eero Pöyry alla sinistra degli spettatori a riempire l’aria delle note solenni del suo organo, il carismatico Matti Tilaeus al centro a ringhiare nel microfono e Jani Kekarainen a destra a tessere assoli dolenti con maggior continuità rispetto al passato, sintomo di un parziale addolcimento del sound che sposta il genere su coordinate ancor più melodiche.
Abbigliati come orchestrali reduci da una sbronza che si ritrovano sul palco di un teatro deserto, gli Skepticism suonano la loro musica che scava nelle pieghe più profonde della psiche, tracciando per i vivi un consolatorio quanto ineluttabile cammino verso la fine e regalando, soprattutto, ai posteri un’opera fondamentale che annulla come per incanto questi sette anni nei quali la loro mancanza si è fatta decisamente  sentire.
L’intesità di Ordeal è qualcosa di difficile da spiegare a parole, ogni brano vive sulla tragica contrapposizione tra la solennità delle tastiere e la melancolica dolcezza della chitarra, sulle quali si staglia il growl del funesto cantore Matti.
You è la prima perla offerta che diviene un tutt’uno con Momentary, al termine della quale si sentono i primi timidi applausi di un pubblico annichilito da cotanta bellezza; The Departure è quello che, in un disco “normale”, potrebbe essere considerato il potenziale singolo, grazie al suo afflato melodico superiore rispetto alla media, almeno per gli abituali canoni della band finnica.
March Incomplete è la trave portante del lavoro, trattandosi “semplicemente” di uno dei brani più intensi e commoventi che abbia mai ascoltato: risulta uno sforzo vano quello di tentare di ricacciare indietro le lacrime, che sgorgheranno copiose quando nella parte centrale un crescendo irresistibile condurrà Jani Kekarainen a suonare l’assolo più bello della sua carriera.
E, paradossalmente, questo è l’unico peccato di un lavoro pressoché perfetto, perché dopo una tale meraviglia tutto ciò che ne segue finisce per soffrire del confronto, anche se The Road, Closing Music e Pouring, con le sue atmosfere da tregenda, sono brani che presi singolarmente farebbero la fortuna di qualsiasi altra band.
L’album si chiude come meglio non si potrebbe con la riproposizione della magnifica The March And The Stream, in origine seconda traccia di Lead And Aether.
In un mondo che si muove a velocità parossistica e senza una direzione precisa, questi bizzarri e geniali musicisti fissano un punto d’arrivo ben preciso, un non luogo con il quale tutti, prima o poi, dovremo fare i conti; percorrere questo doloroso cammino in compagnia degli Skepticism sarà meraviglioso e straziante allo stesso tempo.

Tracklist:
1. You
2. Momentary
3. The Departure
4. March Incomplete
5. The Road
6. Closing Music
7. Pouring
8. The March and the Stream

Line-up:
Lasse Pelkonen – Drums
Jani Kekarainen – Guitars
Eero Pöyry – Keyboards
Matti Tilaeus – Vocals, Keyboards, Percussion

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