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Recensione : Shawn James & The Shapeshifter – The Gospel According To Shawn James And The Shapeshifter

Una colonna sonora per vite ai limiti, rallentate dallo scorrere nelle vene e nei polmoni di potenti dosi di sostanze illecite.

Questo è un viaggio che vi porterà nel mondo del southern rock più marcio ed oscuro, drogato di psichedelia e reso totalmente anarchico da un’esplosiva miscela di hard rock, stoner e folk; una colonna sonora per vite ai limiti, rallentate dallo scorrere nelle vene e nei polmoni di potenti dosi di sostanze illecite.

Proviene dall’Arkansas questo fenomenale gruppo che ha i piedi ben piantati negli anni settanta, tra neanche troppo velati richiami al sound sabbathiano, immerso prepotentemente in un sound che è americano al 100%.
Hard stoner, country malato e attitudine garage, fanno di questo debutto un originale tuffo nel sound americano, contornandolo di ritmiche dal groove micidiale, chitarre fuzz, atmosfere strumentali di folk reso allucinato da una vena psichedelica debordante e tanto blues acido, corrosivo e poco raccomandabile.
Rock ‘n’roll per gente del confine, tizi da prendere con le molle, frequentatori di pub spersi nelle route desertiche tra pericoli striscianti e piombo rovente.
La frontiera raccontata senza soffermarsi in troppi sognanti richiami ad atmosfere western da favola, ma schiacciando la testa di un crotalo, tra uno zippo incendiario ed il sole che brucia i pochi neuroni non ancora disintegrati da viaggi allucinogeni.
Il gruppo è composto da Shawn James, voce corrosiva da rocker navigato e countryman maledetto, dalla sezione ritmica dal groove che cola ritmiche stoner come lava da un vulcano composta da Jeff Bodine al basso e Zach Coger alle pelli, e dai due musicisti colpevoli di donare al sound della band stupende digressioni folk/roots, Chris Overcash al violino e Baker al mandolino e al banjo.
The Gospel According To Swan James And The Shapeshifter è tutto questo e anche di più, ci si perde tra note maledette e vortici di musica che trasporta in un lungo discendere nella dannazione, pesante come macigni, opprimente e poi d’un tratto melliflua e traditrice (Like Father Like Son e Lost).
La band non manca di trascinare l’ascoltatore con brani che dal rock’n’ roll e dal blues attingono impatto ed attitudine in uno tsunami di garage rock entusiasmante (No Gods e Strange Days) e l’ascolto viene reso un’esperienza senza precedenti nella musica di confine, tra vissuto e sognato, visto e immaginato ma assolutamente affascinante.
Grande band ed ottimo debutto, sperando che il lavoro non passi inosservato qui da noi e che abbia le attenzioni che merita.

Tracklist:
1. No Gods
2. Like Father Like Son
3. Lost
4. Wild Man
5. Strange Days
6. Lake of Fire
7. Just Because
8. Back Down
9. Lilith
10. The Sandbox

Line-up:
Shawn James – Vocals, Guitar
Chris Overcash – Violin
Baker – Mandolin, Banjo
Jeff Bodine – Bass
Zach Coger – Drums

SJAWN JAMES – Facebook

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