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Recensione : Seventrain – Seventrain

I Seventrain a dispetto delle mode confezionano un lavoro dal sapore grunge tutto da scoprire.

Seventrain – Seventrain

L’esordio degli americani Seventrain mi fornisce lo spunto per spiegare a quei pochi che cliccano per leggere i miei vaneggiamenti, più o meno riusciti, il perchè io ami così tanto la musica underground e consideri ormai, solo in occasione delle uscite di quei gruppi ai quali sono affezionato da una vita, il music biz.
La band di San Diego, fondata dal chitarrista -ex Cage – Eric Norton e dal drummer Joel Manitoza, già dietro le pelli dei 24-7 Spyz, sono protagonisti in questo album di un hard rock che va a ripescare le sonorità famose nei primi anni novanta con il nome di grunge e lo fanno davvero bene, confezionando un dischetto zeppo di groove, con brani che un ventennio fa avrebbero spopolato trovandosi, scommetto, in men che non si dica sulla copertina di qualche giornale di settore, veri professionisti nel cavalcare l’onda, meglio dei protagonisti di “Un Mercoledì Da Leoni”.
Grunge, “genere-non genere” per eccellenza, che poi altro non era se non una moda, un calderone di band dalle influenze e background più disparati nel quale la musica fu, ad un certo punto, messa in secondo piano per dare spazio a look e gossip (Kurt Cobain) fino alla propria inevitabile autodistruzione, trascinando così nel proprio baratro i meno colpevoli di questo disfacimento, ovvero i musicisti.
L’album dei Seventrain, visto nel 2014 da chi cerca di descriverne il contenuto musicale,infischiandosene di mode e altre amenità, risulta essere un buon lavoro di hard rock americano nel quale, oltre alle sonorità descritte, si aggiunge una buona dose di blues e southern, quello stonerizzato dei Black Label Society, che vede protagonista la voce di Jon Campos, invero più a suo agio nei brani dove la frontiera americana si fa più vicina che non su quelli più vicini all’hard rock di soundgarden, Alice In Chains e Audioslave.
Qui troviamo anche una sezione ritmica bella tosta, basso pulsante, chitarre che ricamano assoli tenendo ben presente la lezione delle band hard blues settantiane, come fu per quel capolavoro a nome “Louder Than Love” (1989) firmato da Chris Cornell e compagni, contornandoli da intensi richiami ai Badlands di “Voodoo Highway” (1991).
I brani, dalla metà del disco in poi, sono quelli che preferisco per la più intensa predisposizione al blues (Trouble, Bittersweet Seduction, How Does It Feel), ma rimangono comunque di buona qualità anche le song dove le sonorità si fanno più dure e l’anima nineteens esce allo scoperto.
L’impressione è comunque quella di una band coesa, con musicisti indubbiamente esperti, ed un plauso sicuramente va al lavoro delle due chitarre, ispiratissime negli assoli; mi pare che tutto ciò sia sufficiente per fare di Seventrain un buon album, anche se ormai di camicioni di flanella in giro non se ne vedono più.

Tracklist:
1. Bleeding
2. Rays of the Sun
3. Change
4. Broken
5. Pain
6. Trouble
7. Never
8. Bittersweet Seduction
9. How Does It Feel
10. Carry the Cross
11. Let It Out

Line-up:
Jon Campos – Voce, Chitarra
Eric Horton – Chitarra
Jef Poremba – Chitarra
Greg Rupp – Basso
Joel Maitoza – Batteria

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