Serj Tankian ha deciso di continuare il suo percorso artistico immergendosi in derive sonore che difficilmente un fan dei System of a Down avrebbe mai immaginato. Se già qualche avvisaglia la si poteva ravvisare in Elect the dead, è con il successivo live sinfonico e con questo nuovo disco, Imperfect Harmonies, che si palesa con chiarezza l’animo sinfonico del cantante.
Disowned Inc. apre il disco con un’incredibile urgenza, oscillando tra inserti elettronici e un fitto sottobosco orchestrale, tra momenti di tensione e situazioni più distese e melodiche. Borders are… più lineare e ordinata, invece, scorre via veloce e coinvolgente, soprattutto nel suo svilupparsi in una spirale di archi ed echi, mentre Deserving nasce quieta per poi cresce inesorabile, tempestosa e fondata su dinamiche disco. Beatus, tenue e dolce, scivola via, fino a spingersi in sonorità medio orientali a metà tra il rassicurante e il drammatico. Reconstructive Demonstrations sprofonda nell’abbraccio dell’orchestra, mentre Electron più tesa e diretta prova a galoppare, nella sua linearità e scioltezza. Gate 21, con il suo pianoforte e le sue aperture sinfoniche, carica l’aria di pathos e Yes, It’s Genocide continua aggiungendo drammaticità, espressività e ricordando il genocidio armeno. Peace be revenged inizialmente mantiene gli stessi umori, ma sul finale rincara la dose crescendo e facendosi più vigorosa, quindi Left of center, più straniante e inquieta, abbandona in parte le tendenze sinfoniche per farsi più propriamente rock. Infine, Wings of summer conclude l’opera con la sua sconfinata malinconia.
Serj Tankian pare proprio che si sia innamorato delle orchestre e del “sound sinfonico”. Questo disco ne è in tutto e per tutto la dimostrazione. Scompare quasi totalmente l’aggressività urgente, marchio di fabbrica dei (defunti?) System of a Down, mentre si fa largo una passione per il pathos e per la teatralità, oltre a certe derive para-elettroniche. Le chitarre vengono messe da parte a favore di un abbondante uso di archi e di soluzioni orchestrali. Le canzoni nell’insieme non dispiacciono, ma nemmeno entusiasmano. Forse si scende di un gradino rispetto al disco precedente. Secondo me ciò è dovuto al fatto che la dimensione più adatta per questi brani sia quella del concerto, con tutto il calore, l’emozione e l’atmosfera che può creare un’orchestra nell’hic et nunc, e non quella del disco.
TRACKLIST:
01. Disowned Inc.
02. Borders Are…
03. Deserving
04. Beatus
05. Reconstructive Demonstrations
06. Electron
07. Gate 21
08. Yes, It’s Genocide
09. Peace Be Revenged
10. Left Of Center
11. Wings Of Summer