Felicitato dalla nuova release dei Sedia come raramente mi era capitato nel mercato italiano dell’ ultimo periodo. Art-Noise, Math-Rock strumentale all’ ennesima potenza.A distanza di due anni, questi baldi giovani si ripropongono con la loro ricetta tutta d’ un pezzo volta al disintegrare gli schemi geometrici strutturali pi_ canonici.Prodotto pregno di sature distorsioni che richiamano Shellac e Unwound, intuizioni algoritmiche in stile June of ’44 e nevrosi ritmiche degne degli ormai purtroppo evaporati Cardosanto.Lo sviluppo mai monotono e prevedibile del disco, carica di notevole spessore il tutto, perchÈ l‡ dove il precedente omonimo stentava di continuit‡, in questo caso diviene un fulcro polidirezionale dal quale partono tutti i vettori che disegnano l’ opera in ogni sua sfumatura, al millimetro.Le bordate progressive che percorrono i 37 minuti di durata del cd, nobilitano i Sedia ai piani alti dell’ indie nostrano.Auguri di ogni bont‡ possibile alle “tre sedie”.