Sebastiano De Gennaro, noto percussionista che probabilmente avrete già visto suonare, magari senza saperlo, durante il tour di qualche vostro artista preferito (io l’avevo beccato durante un tour de Le Luci Della Centrale Elettrica), debutta per MeMe Records, l’etichetta di Taketo Gohara (noto produttore), con i dodici brani di All My Robots. Il lavoro, dal sound piuttosto sgangherato e di non facile catalogazione, si muove prevalentemente su sentieri sperimentali, noise, avant.
I vari cambi di direzione di Zeiss Telescope, tra pianoforte e vari strumenti a percussione, assumono toni sempre più scuri e allucinati, lasciando che a seguire sia la serie (in cinque capitoli sparsi) di Musica Ricercata (attacchi sonori vicini ad una sorta di hardcore fatto di tastiere e percussioni, dove c’è spazio solamente per piccoli spiragli di quiete) e al quieto drone, su cui corrono veloci le note di vibrafono, di Ornithology. Il trittico Ultra Taro, invece, dall’animo complicato (come una fitta foresta tropicale piena di ombre, timori e mistero), apre alle incognite da spazio profondo di Viaggio Nella Luna e al chiudere raffinato e classico di Preludio (di Johann Sebastian Bach).
Il primo lavoro di inediti di Sebastiano De Gennaro scorre, senza particolari intoppi, su sonorità sperimentali, noise/hardcore e avant, non dimenticando gli insegnamenti classici. Un album personale e piuttosto eccentrico che pone particolare attenzione agli strumenti musicali prediletti dal nostro (percussioni e pianoforte). Non un disco essenziale, ma certamente un piacevole ascolto, soprattutto per chi ama le storture e l’abbandono della forma canzone.
Tracklist:
01. Zeiss Telescope
02. Musica Ricercata IV
03. Musica Ricercata III
04. Musica Ricercata I
05. Musica Ricercata II
06. Musica Ricercata V
07. Ornithology
08. Ultra Taro I
09. Ultra Taro II
10. Ultra Taro III
11. Viaggio Nella Luna
12. Preludio