iye-logo-light-1-250x250
Webzine dal 1999

Recensione : Rootworkers – Attack, Blues, Release

Peculiarità queste che certo non difettano ai marchigiani Rootworkers che nei sei pezzi di questo ep battono con personalità le strade indicate ed aperte da band quali Allman Brothers Band...

Contrariamente a quanto affermava, nell’ ormai lontano 2004  Luca Dirisio,  per fare certa musica ci vuole furia (feeling) e sangue caldo (attitudine).

Peculiarità queste che certo non difettano ai marchigiani Rootworkers che nei sei pezzi di questo ep battono con personalità le strade indicate ed aperte da band quali Allman Brothers Band, Humble Pie e Nine Below Zero senza disdegnare proficue digressioni nell’ hard rock più virtuoso fino a lambire lo stoner. 

Il compito di aprire la scaletta viene affidato a Work All Day un pezzo molto psychedelico che va, come scrivevo qualche riga or sono, a rimembrare sonorità stoner rock, due sono invece i brani più tipicamente southern vale a dire Lonesome Boy e Dirty Ceiling,  in The Woman i Love emerge l’amore della band per le atmosfere più classiche del blues mentre in To Leave Nobody e in Another Night i giri del motore rallentano impregnando il tutto di un groove estremamente sanguigno.

Pur rifacendosi a modelli passati presi come riferimento da un numero incalcolabile di gruppi i nostri dimostrano una perizia, una passione ed un estro fuori dal comune che li rende indubbiamente veri e credibili. In poche parole molto bravi.

Rootworkers – Attack, Blues, Release

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.

POTREBBE INTERESSARTI ANCHE

Destroy All Gondolas Riverbero dell'Abisso

Destroy All Gondolas Riverbero dell’Abisso

Destroy All Gondolas Riverbero dell’Abisso: i Destroy All Gondolas sono il perfetto esempio di ossimoro in musica, visto che quanto si propongono di suonare è una miscela di surf e black/trash metal da loro stessi definita “black surf punk”.